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C’È SICCITÀ NEI VIGNETI ITALIANI. MA, AD OGGI, LA SITUAZIONE NON È ANCORA DA VERA EMERGENZA. LO DICONO MOLTI FRA GLI ENOLOGI PIÙ NOTI DEL BELPAESE DA COTARELLA A FERRINI, DA LANDI A MERCURIO, DA MECCA A MOJO. FONDAMENTALE IL CLIMA IN AGOSTO

Italia
La vendemmia si avvicina sotto il grande caldo

Da Caronte a Minosse e poi a Scipione. I bizzarri nomi delle ondate di caldo che hanno investito il Belpaese, già a partire da giugno, non hanno certo stemperato la loro notevole intensità termica, che, inevitabilmente, si è riverberata anche sul “Vigneto Italia”. L’attuale passaggio di Circe, una ondata di bassa pressione, decisamente in controtendenza e ormai alla fine del suo picco massimo, ha fatto sperare ad una “rottura” del trend di caldo africano o, quanto meno, ad un provvidenziale apporto idrico per i vigneti, che così avrebbero potuto ritrovare una certa regolarità nelle loro funzioni fisiologiche. Ed in effetti, specialmente al nord la pioggia (in qualche caso la grandine) è stata anche violenta, ma, tutto sommato, non è stata sufficiente a riequilibrare quella che, senza tanti giri di parole, è una vera e propria siccità. Certo, con alcune eccezioni, specialmente nelle zone dove l’inverno è stato più generoso quanto ad acqua. Decisivo sarà il mese di agosto, che nel caso riproponesse temperature africane come quelle del 2011, farebbe, probabilmente, scattare la vera e propria emergenza.

Questo in sintesi il quadro che molti fra gli enologi più importanti del Belpaese disegnano a proposito dello stato di salute del “Vigneto Italia”, a poco più di un mese dall’inizio della vendemmia 2012.

“Ad oggi, la siccità è evidente - afferma Riccardo Cotarella, uno dei migliori winemaker del Belpaese - Certo, la sua diffusione è a macchia di leopardo, ma dove la vite è coltivata su terreni sabbiosi, la sofferenza delle piante è già chiara e i sintomi da stress idrico, essiccamento delle foglie basali, acini piccoli e attività vegetativa arrestata, cominciano a manifestarsi con frequenza. Una situazione che include sia le varietà precoci che quelle tardive. Dove però è piovuto di più - conclude l’enologo - specialmente in inverno, le cose stanno andando bene”.

D’accordo sulla ormai conclamata siccità anche Fabio Mecca, enologo emergente con consulenze nel Centro-Sud Italia: “certamente il caldo di giugno e luglio ha provocato delle vere asfissie vegetative nei vigneti, causate dalle temperature elevatissime. In alcuni casi nelle piante sono già presenti i primi segni da stress idrico, foglie basali secche, grappoli molto piccoli. Una situazione comune, in generale, a tutto il Centro-Sud, perfino dove è stato possibile effettuare irrigazioni di soccorso l’acqua è evaporata molto velocemente. Le piogge recenti - conclude Mecca - non sono state sufficienti a ricostituire un ciclo fisiologico normale, ma, tuttavia, le piante hanno almeno potuto tornare a respirare” senza difficoltà”.

Sulla sostanziale poca incisività di “Circe” sui vigneti si esprime anche Carlo Ferrini, consulente-enologo di aziende del calibro di Casanova di Neri, Castello di Fonterutoli e Tasca d’Almerita: “le piogge previste per questo scorcio di luglio non ci sono state e ci troviamo in un periodo di siccità conclamata. Sono quanto meno allarmato, anche se nei vigneti i segni dello stress idrico ancora non sono comparsi. Soffrono soprattutto i vitigni precoci, Merlot in testa, mentre varietà quali Syrah, Alicante e Cabernet sono in buona salute. Anche il Sangiovese è tendenzialmente in sofferenza e l’andamento climatico di agosto sarà decisivo per conoscere gli esiti della vendemmia 2012. E’ una situazione anomala - conclude Ferrini - regioni come la Sicilia sono meno siccitose della Toscana o della Puglia”.

Meno allarmato il parere di Vincenzo Mercurio, uno dei migliori giovani talenti enologici del Belpaese: “in Calabria è piovuto poco, ma nel vigneto ancora non ci sono segni di sofferenza. In Puglia le falde sono a secco, ma le viti si stanno difendendo bene. In Campania, per adesso, non ci sono problemi di sorta e le uve sono sanissime. Ma l’estate è ancora lunga - prosegue l’enologo campano - Probabilmente le varietà precoci come il Merlot potrebbero soffrire. Essenziale sarà lavorare bene nei vigneti, gestendo attentamente la chioma delle piante e lavorando i terreni in modo da limitare l’evaporazione dell’acqua”.
“Non sarei troppo allarmato dalle attuali condizioni climatiche - afferma anche Luigi Mojo ordinario di Enologia all’Università di Napoli - In generale abbiamo perso la regolarità nello sviluppo delle stagioni, ma al di là di qualche sporadico fenomeno davvero eccezionale, i pericoli per il vigneto sono modesti. Ci vuole semplicemente una maggiore attenzione nella gestione del vigneto. Per adesso - continua Mojo - le uve sono sanissime e, probabilmente, potremo avere una produzione più limitata. Dovremo essere, invece, più precisi negli interventi sulle foglie, nei diradamenti e nei tempi di vendemmia. Ma la vite, come l’olivo è una pianta rustica, che coltiviamo da millenni. A rischio vero sono soltanto quei vigneti piantati in suoli non vocati e con varietà non adatte al clima mediterraneo. Bisogna - conclude Mojo - adoperare un po’ più di buon senso, abbandonare le varietà più a rischio, Merlot e Chardonnay, per esempio, e favorire una viticoltura di territorio”.

“Non credo che dovremmo essere molto allarmati, ma prudenti sicuramente sì - spiega Lorenzo Landi, enologo-consulente di aziende quali Lungarotti e Rocca delle Macìe - se la situazione climatica continua sui binari attuali le vigne andranno sicuramente in stress idrico, ma, per adesso, non siamo in emergenza. Le varietà più in difficoltà sono quelle a bacca bianca e i precoci a bacca rossa, ma dove ci sono state piogge abbondanti, per esempio in Friuli, la situazione è buona. La situazione attuale non è tragica - ribadisce Landi - ma in prospettiva potrebbe essere a rischio. Decisivo il mese di agosto: se non piove e continua a fare molto caldo ci saranno dei problemi. Per adesso - conclude l’enologo - hanno aiutato le escursioni termiche notturne anche nelle zone dove non è piovuto, ma non sono sufficienti”.

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