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CON LA CRISI, LA SPAGNA RINUNCIA ANCHE ALLA PAELLA. E METTE A RISCHIO L’EXPORT DI VONGOLE ITALIANE: OLTRE IL 60% DELLE ESPORTAZIONI MADE IN ITALY DEL SETTORE PRENDONO LA VIA SPAGNOLA. 30.000 TONNELLATE I CONSUMI IN ITALIA, CON NAPOLI CITTÀ PIÙ GOLOSA

Non Solo Vino
Le vongole italiane messe a rischio dalla crisi in Spagna

Con la crisi economica, in Spagna ci sono anche meno occasioni di mettere in tavola una ricca paella, piatto per eccellenza e tra i più famosi ed amati della cucina spagnola. Il risultato? Diminuisce la domanda di vongole italiane, e quando c’é, da quello che fino a un anno fa rappresentava il primo mercato estero per il nostro export, i pagamenti arrivano con molto, troppo ritardo. E’ il grido d’allarme lanciato dai vongolari delle Marche, importante realtà del comparto ittico che da sola cattura e commercializza il 53% delle vongole autoctone italiane, protagonisti dell’edizione n. 1 di “Vongopolis”, rassegna tutta dedicata all’amato mitile che si è chiusa ieri a Porto San Giorgio (Fermo). “Oltre metà del nostro export (60%) - ha precisato Corrado Piccinetti, direttore del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano - tradizionalmente trovava sbocco in Spagna, mentre i consumi di vongole fresche in Italia si attesta attorno alle 30.000 tonnellate, con Napoli che è la città con maggior consumo di questi molluschi bivalvi. Il freno all’economia iberica è uno stimolo per far conoscere ai consumatori italiani la qualità del nostro pescato”.

Ecco perché i vongolari marchigiani guardano anche a nuovi mercati: “la Russia è la nostra ambizione - per il presidente del Consorzio Vongolari Piceni Massimo Riccardo Tarantini - ma stiamo cercando di organizzare anche la logistica per vendere in Germania. I nostri sistemi di catture ecosostenibili, che hanno comportato una autoriduzione fino al 50% dello sforzo di pesca e la capacità di far squadra in un comparto un tempo molto litigioso, sono state molto apprezzate dall’Unione Europea che ha detto di consideraci un modello da sostenere”.

Il modello di produzione attuato dai vongolari delle Marche, secondo l’assessore regionale al Turismo e Attività produttive Sara Giannini, “rappresenta oggi un momento di equilibrio a tutela dell’ecosistema molto importante. Le Marche, terza regione italiana per stazza lorda delle imbarcazioni con un flotta composta da 880 battelli e più di 2.100 addetti alla pesca, lanciano una campagna di promozione, “Sappiamo sempre che pesci prendere”, a sostegno del settore che sta attraversando un momento difficile. Vogliamo dimostrare ai consumatori italiani che il nostro è un prodotto facilmente fruibile fresco e particolarmente gustoso, catturato con tecnologie moderne e rispettose dell’habitat marino, proveniente da una Regione che è stata l’unica a dotarsi di un regolamento per l’acquacoltura, e che, recenti indagini sanitarie dell’Asur, hanno classificato come “eccellente” per qualità e sicurezza alimentare”.

Parametri difficilmente riscontrabili nelle vongole provenienti da mercati lontani come quello cileno, o dalle vongole veraci, spesso proposte dalla ristorazione, che sono le vongole filippine, quelle con le corna più lunghe. E mentre tour operator giapponesi hanno fatto tappa a “Vongopolis” per studiare opportunità di sviluppo della pesca turismo, delle vongole va ricordato anche l’apporto energetico: “un pieno di energia di questa specie magra ad alto valore di energia - in quanto fornisce un notevole apporto di sali minerali e vitamine A, B1 e B2 – ideale per una dieta salutare, e con il quale contiamo di festeggiare l’atleta marchigiana Vezzali al rientro dalle Olimpiadi di Londra”, ha concluso Giannini.

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