Quando andiamo in enoteca, scegliere la bottiglia giusta è sempre una sfida. La prima discriminante è la tipologia, avere le idee chiare tra rosso, bianco, rosé, bollicine, è già un passo avanti, quindi diventa fondamentale il territorio, ma, dopo una scrematura del genere, restiamo comunque di fronte a decine se non centinaia di etichette. È a questo punto che diventa importante il giudizio dell’esperto, i mitici punteggi dati da magazine e guide che, per i comuni wine lovers che non hanno la possibilità di assaggiare centinaia di vini ogni mese, diventano la bussola da seguire per fare la scelta giusta. Ma i punteggi non rappresentano solo una buona guida, ma anche un importante valore aggiunto, indagato dall’americana “Wine Association of Wine Economists” nello studio “The Detrimental Effect Of Expert Opinion On Pricequality Dispersion: Evidence From The Wine Market”, in cui si sostiene che il parere dell’esperto possa avere anche un effetto dannoso sul rapporto qualità-prezzo. Il motivo è semplice, come dimostra lo studio fatto dall’associazione statunitense su migliaia di schede di degustazione di vini a stelle e strisce, pubblicate tra il 1984 ed il 2008 dal magazine si settore più letto d’America, Wine Spectator: sapere che il proprio vino finirà tra le pagine di una rivista, con un punteggio superiore agli 80 punti, legittima il produttore ad aumentarne il prezzo e, del resto, anche il consumatore è disposto a riconoscere un valore maggiore ad un vino che abbia “conquistato” un degustatore professionista. Il “problema” è che, anche a distanza di anni, le cantine che hanno ricevuto dei buoni punteggi, continuano a godere di un valore aggiunto che, a volte, non è supportato da veri e propri livelli d’eccellenza, e il “contagio positivo” riguarda anche gli enologi che, spostandosi da un’azienda all’altra, portano con sé l’esperienza pregressa nell’immaginario comune, facendo alzare il prezzo anche dei vini creati dai propri predecessori. Punteggi croce e delizia, quindi, perché se da una parte ci tolgono d’impaccio al momento di scegliere, dall’altra “squilibrano” il mercato, con un rapporto qualità-prezzo che qualche volta ha poco a che vedere con la reale qualità del vino in bottiglia.
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