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IN ARRIVO LO STOCCAGGIO PER IL PROSECCO DELLA VENDEMMIA 2012. LA RICHIESTA AVANZATA DALLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA VEDE DECISAMENTE CONTRARIA LA CONFAGRICOLTURA, CHE DICE SÌ INVECE ALLA RIDUZIONE DELLE RESE COME AVVIENE IN MOLTI ALTRI TERRITORI

In arrivo per il Prosecco il provvedimento di stoccaggio dei vini della denominazione, avanzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia (Bollettino Ufficiale della Regione n° 31 del 1 agosto 2012). Decisamente contraria al provvedimento la Confagricoltura regionale che, fa sapere il suo Presidente Piergiovanni Pistoni esprime un giudizio “negativo, peraltro già espresso nel Tavolo di filiera” perché “alla data odierna, non risulta raggiunto il limite di superficie fissato a 3.500 ettari di vitigno Glera” e che “delle superfici messe a dimora, solo in parte entreranno in produzione nel corrente anno e con una resa limitata al 60%. Per di più la siccità che siamo attraversando causerà naturalmente un calo della produzione”.

Confagricoltura Friuli Venezia Giulia ritiene che tale provvedimento potrebbe provocare squilibri e difficoltà nella commercializzazione, a scapito dei produttori di uva. Nel caso che il prodotto ritirato non venisse immesso sul mercato come Prosecco ma come vino frizzante, potrebbe generare una turbativa sul mercato con prezzi molto bassi. Per Pistoni la soluzione sta “nell’intervenire sulla resa massima consentita dal disciplinare di produzione delle uve Prosecco”.

Una obbiezione quest’ultima che ha una solida base esemplificativa. Basta, infatti, guardare, come molti dei Consorzi di tutela più importanti del Bel Paese si sono mossi nei mesi scorsi prima che la raccolta 2012 entri nel vivo. Perché, se i disciplinari dettano, con le loro regole, la strada maestra da seguire (spesso, però, con rese esagerate), è anche vero che i Consorzi di tutela sono in grado di variarne i quantitativi, o per aumentare la qualità, o per suggerire una regolamentazione tra domanda ed offerta. E la riduzione della resa ad ettaro resta, per prima cosa, un segnale importante sul versante della qualità, dando la possibilità di ottenere una materia prima più ricca, e poi c’è un risvolto parallelo, dettato, purtroppo dai venti della crisi.

Alcuni esempi? Il Consorzio del Brunello ha ridotto dagli 80 quintali ad ettaro del disciplinare a 60 la resa massima per la vendemmia 2012. Il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella dichiara una riduzione delle rese dal 65 al 50% ad ettaro della cernita delle uve destinate all’appassimento per la produzione di Amarone e Recioto della Valpolicella. Il Consorzio della Franciacorta si concentra sulla resa dei vigneti più giovani che potranno produrre 40 quintali ad ettaro non più, come da disciplinare, a partire dal secondo anno di età, ma quando raggiungeranno un’età di 3/4 anni. Mentre la resa per ettaro resterà come nel 2011 a 95 quintali ad ettaro. Per la vendemmia 2012, il Consorzio di tutela del Sagrantino di Montefalco ha deciso una riduzione da 80 a 70 quintali ad ettaro di resa massima di uva. E, infine, il Consorzio di tutela dei vini dell’Etna ridurrà la resa ad ettaro da 90 a 80 quintali per il Nerello destinato all’Etna Doc.

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