La siccità non ha colpito in modo omogeneo tutta l’Italia e, in alcune parti dello Stivale, al Sud per esempio, ci sono state delle annate in cui la situazione è stata più pesante. In zone di produzione viticola come Sicilia, Campania o Puglia, c’è un’ampia esperienza di convivenza con le alte temperature. Ci sono soluzioni tecniche, in primis l’irrigazione, ampiamente impiegate, tant’è che in alcuni areali senza questo mezzo non sarebbe possibile produrre del vino. Un po’ come accade nel Nuovo Mondo, per esempio in Australia. Un’altra viticoltura e, soprattutto, altri vini. Tutto perfettamente noto. Ma al di là di queste elementari considerazioni, un fatto resta un fatto. Le temperature nel vigneto sono o non sono andate in un tempo non brevissimo anche sopra i 40 gradi, senza grandi distinzioni tra sud e nord Italia? E fra le consegue più immediate di questo fenomeno c’è l’evidenza che siamo di fronte ad un’annata calda (stress idrico) e quindi, trovare un equilibrio nella maturazione delle uve sarà estremamente difficile. I vini avranno grado alcolico elevato e potranno creare difficoltà in fermentazione (arresti) e saranno meno ricchi dei componenti necessarie per affrontare la sfida del tempo. I quantitativi di uva saranno più scarsi. I francesi la chiamerebbero semplicemente “annata piccola”.
Detto questo vediamo che ne pensano alcuni degli enologi più importanti del Bel Paese. “Si sta ripetendo per certi versi quanto accaduto nel 2011 - spiega Carlo Ferrini , enologo con consulenze nel sud Italia come Tasca d’Almerita e la pugliese Mater Domini - le uve sono molto sane e chi ha potuto irrigare, porterà in cantina una materia prima interessante. Certo abbiamo cominciato a vendemmiare in agosto è questo non è un bel segno”.
Insomma, un’annata, la 2012, che garantirà la qualità “basic”, peraltro, un elemento ormai acquisito dalla maggioranza delle aziende viticole italiane e per il quale l’Italia enoica non teme rivali, ma, evidentemente, a mancare, salvo eccezioni (che come tutti sanno confermano la regola), saranno i vini di un altro passo. “Resta una vendemmia critica e molto calda - sottolinea Lorenzo Landi, consulente per aziende quali Cottanera in Sicilia, Gabbas in Sardegna e Giancarlo Ceci in Puglia - Certamente al sud le zone viticole sono più organizzate per affrontare questa criticità climatica e la qualità di base sarà certamente raggiunta”.
Gli fa eco Leonardo Valenti, cattedra di viticoltura all’Università di Milano che spiega: “Nel sud la maggior parte delle zone viticole a coltivazione intensiva sono irrigate. Sarà, quindi, un’annata in cui si produrranno vini corretti, ma niente di più. E’, evidentemente, il risultato storico di un cambiamento di modello: negli anni 50-60 la Sicilia, per esempio, produceva prevalentemente vini da taglio, dal grado alcolico robusto. Poi c’è stato il passaggio al modello “Nuovo Mondo” non solo dal punto di vista varietale, ma anche da quello delle tecniche produttive”.
“Mi chiedo - dice Riccardo Cotarella, consulente enologi di aziende come le siciliane Baglio del Cristo di Campobello, Terrazze dell’Etna, Leone de Castris in Puglia e Montevetrano in Campania - se le temperatura ture al Sud siano le stesse registrate 3-4 anni fa. Mi sembra, solo per fare un esempio, che anche sull’Etna il caldo abbia messo in sofferenza più di qualche vigneto. I dati analitici delle uve - conclude Cotarella - indicano gradi alcolici elevati. Vedremo i vini che ne usciranno”.
“Dal punto di vista sanitario la vendemmia 2012 sarà certamente molto bella - spiega Vincenzo Mercurio, giovane enologo emergente con consulenze in Sardegna, Puglia e Campania - ma dal punto di vista degli equilibri e cioè della qualità non si potrà dire lo stesso. Non riusciamo ancora a distinguere in Italia tra una vendemmia sana e una vendemmia eccellente. Una cosa però è certa - conclude Mercurio - i passi in avanti della cultura del viticoltore ci sono stati e un’annata come questa ha potuto farli vedere bene”. “E’ pur vero che al Sud c’è più abitudine al caldo - aggiunge Fabio Mecca, anch’egli giovane e promettente enologo con consulenze in Sicilia, Calabria, Puglie, Basilicata e Campania - ma quest’anno è veramente troppo. I dati analitici ci dicono che le uve non sono in buone condizioni, dal punto di vista della composizione chimica e della qualità che ne uscirà fuori. E’ un caldo quasi tropicale che mette a dura prova perfino i vigneti irrigati, a rischio di evaporazione”.
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