La vendemmia 2012, già iniziata per le uve a bacca bianca, che caratterizzano molte zone del Nord Italia, e ormai alle porte nel resto del Belpaese, non sarà certo tra le più facili degli ultimi anni. Il caldo, evidentemente, sarà un fattore determinante, ma bisogna fare attenzione a generalizzare, perché lo stesso andamento climatico che sta creando problemi serissimi in Toscana non sembra “attentare” alla buona riuscita dei vini del Trentino. A fare il punto, l’incontro pre-vendemmiale ospitato dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele, organizzato con l’Associazione Enologi Italiani. Le attese, dopo un 2012 a dir poco altalenante, “caratterizzato dai primi 3 mesi - spiega Maurizio Bottura del Centro Trasferimento Tecnologico - in cui non ha mai piovuto, da un marzo caldissimo cui è seguito un mese di aprile caratterizzato da piogge e temperature in picchiata, e poi ancora da siccità ed instabilità, sono comunque positive: ci sarà una diminuzione delle quantità, con il peso medio dei grappoli ridotto del 15%, ma a livello qualitativo si preannuncia una buona annata, anche se le temperature degli ultimi giorni potrebbero determinare una riduzione dell'acidità dell’uva”.
L’Assoenologi del Trentino ha condiviso le previsioni che sono state presentate in occasione dell’incontro: “la qualità è sicuramente ottima - spiega Fabio Toscana, presidente della sezione trentina - soprattutto per le varietà a frutto bianco, in particolare Chardonnay e Pinot Grigio, che si presentano con una carica produttiva contenuta ed ottima sanità. Per quel che riguarda il livello produttivo la situazione è in via di definizione, coscienti di un calo che potrebbe preoccupare”.
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