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PER LA FAO CI VUOLE UN “NUOVO PIANO D’AZIONE” CONTRO L’EMERGENZA DELLA PENURIA D’ACQUA A PARTIRE DAL RICICLO DELEL ACQUE PER COLTIVARE. A RISCHIO INTERI SISTEMI PRODUTTIVI IN TUTTO IL MONDO

La siccità obbliga a gestire meglio le risorse idriche per salvaguardare la sicurezza alimentare attraverso un “nuovo Piano d’azione” che preveda, per esempio, il riciclo delle acque per coltivare. La Fao, con queste parole pronunciate dal direttore generale Josè Graziano da Silva, ha aperto la settimana mondiale dell’acqua in corso di svolgimento a Stoccolma, ricordando le “pesanti ripercussioni” della scarsità d’acqua sulla produzione cerealicola mondiale ed sul rialzo dei prezzi.

Secondo la Fao è necessario “trasformare il modo in cui l’acqua viene usata lungo l’intera filiera alimentare” perché - spiega il direttore generale - “non esiste sicurezza alimentare senza sicurezza delle risorse idriche”.

La Fao ha avvertito (in un recente rapporto) che “la scarsità d’acqua e l’inquinamento stanno mettendo a rischio interi sistemi produttivi in tutto il mondo”. Per Graziano da Silva l’agricoltura è sia “vittima che causa” di questo sistema perché “rappresenta il 70% di tutto il consumo d’acqua a livello mondiale”. Ecco allora la proposta di un “nuovo Piano d’azione per la gestione dell’acqua in agricoltura” con alcune aree prioritarie d’intervento: modernizzazione dei sistemi irrigui (sistemi di tubature, fonti differenti); migliore stoccaggio dell’acqua piovana a livello agricolo; riciclare e reimpiegare (in breve riutilizzare l’acqua, in particolare le acque reflue); controllo dell’inquinamento, ridurre lo spreco di cibo (il 30% di tutto il cibo prodotto a livello mondiale, pari a 1,3 miliardi di tonnellate ogni anno, si perde lungo la catena “dal campo alla forchetta”).

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