Tutti contro tutti, a dire sempre “no”. Succede in un Paese che si professa “liberale” come l’Italia. Il sale no perché fa male, la pubblicità sugli alcolici no, o strettamente regolamentata perché c’è il rischio alcolismo (nonostante l’Italia, anche grazie alla cultura mediterranea del bere vino, è il Paese che in Europa, e non solo, ha meno problemi legati all’abuso di alcol), la tassa sulle bevande zuccherate no perché discrimina chi le consuma e chi le produce, ed ora, ultimo no “contro” della lista, quello dell’Unione Nazionale Consumatori agli spot delle stesse bevande. Il “casus belli” è quello dello spot di Coca Cola, che ha per testimonial lo chef Simone Rugiati, e vede la bevanda protagonista in una tavolata a Napoli. “Ennesimo messaggio che propone bibite zuccherate a tavola, pessima abitudine americana che Coca Cola cerca in tutti i modi di trapiantare anche in Italia”, dicono, in una denuncia all’Agcom e all’Iap (Istituto di autoregolamentazione della pubblicità) i consumatori. A chi toccherà il prossimo “no”?
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