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IL 2012? L’ANNO NERO DEI CONSUMI (-3% PRO-CAPITE). LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA SU STUDIO CONFCOMMERCIO SUL COMMERCIO IN ITALIA: SI SVUOTA CARRELLO DELLA SPESA, CRESCONO SOLO DISCOUNT E E-COMMERCE SU 2011, ITALIANI ABBANDONANO BRAND LEADER ALIMENTARI

Il 2012? L’anno nero dei consumi: dallo studio di Confcommercio sul commercio in Italia regione per regione, solo pochissimi settori di spesa (la telefonia e l’informatica) e solo un canale di distribuzione, il discount (+1,8%), tengono i livelli di fatturato reale del 2011, accanto all’e-commerce verso cui i consumatori orientano sempre più i loro acquisti (+19%), con un calo di consumi pro capite di oltre il 3%. E se dai consumi in generale si passa al carrello della spesa agroalimentare il segno meno si ripresenta con il crollo dei consumi di prodotti che vanno dal latte (-7%) e olio (-5%), ma anche pesce (-4%), carne di maiale e vino (-2%), frutta, pasta e carne di manzo (-1%), secondo i dati Ismea relativi al primo semestre 2012, e gli italiani abbandonano i brand leader alimentari, sottolineano le analisi sui dati di Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti, Confagricoltura e Codacons.

“Oggi 2 famiglie su 3 riescono ad arrivare a fine mese solo con notevoli tagli alla spesa, compresa quella alimentare - spiega la Cia - se le retribuzioni restano ferme al 1995 mentre 1 litro di benzina arriva a costare più di 1 bottiglia di buon vino da tavola o quanto 10 uova è chiaro - prosegue la Cia - che la situazione è giunta al limite. Gli italiani cercano, infatti, di risparmiare come si può: girando più negozi (53%), abbandonando le grandi marche (32%) e facendo cucina di recupero (24%), e bisogna prendere provvedimenti, come ad esempio ridurre gli oneri fiscali e lavorare al taglio delle accise sulla benzina. Perché le famiglie - conclude l’organizzazione - non possono più vivere in perenne emergenza”.

A sottolineare la situazione è anche la Coldiretti: “la crisi svuota il carrello della spesa. L’aumento vertiginoso dei costi burocratici e fiscali, ma anche della benzina - afferma Coldiretti - ha scombussolato i budget delle famiglie, facendo crollare i consumi in media del 3% in quantità, nonostante i prezzi degli alimentari abbiano fatto registrare una riduzione ad agosto dello 0,1% su luglio. In controtendenza rispetto all’andamento generale del commercio al dettaglio - evidenzia la Coldiretti - volano gli acquisti diretti dal produttore con un aumento del 23% sul 2011, grazie anche al migliore rapporto prezzo-qualità”.

Per Confagricoltura ad emergere è “la necessità di risparmiare, da ciò la scelta di fare gli acquisti nella rete di distribuzione più a buon mercato, oppure online, dove riducendosi i passaggi i prezzi sono più bassi. Cambia nei consumatori la percezione dei bisogni, dei beni essenziali - sottolinea l’organizzazione degli imprenditori agricoli - si preferisce diminuire in qualità anche i prodotti alimentari, ma non rinunciare al telefono o al computer e essere in rete è giudicato fondamentale”. D’altra parte, però, si scopre come la tecnologia possa essere utile anche per gli acquisti. “Le aziende agricole più innovative - conclude Confagricoltura - già si stanno attrezzando per le vendite dirette, in azienda e online, individuando nuove opportunità che rispondano alle esigenze di oggi”.

E il Codacons evidenzia come i consumi alimentari in Italia sono al livello di 33 anni fa: “il fatto che solo il discount regga in termini di fatturato reale del 2011 - spiega - significa che ormai gli italiani fanno la fame e, persino per il cibo, sono costretti ad abbandonare i brand leader della produzione alimentare italiana che in passato hanno fatto da traino all’economia, per passare a prodotti più economici. Il crollo dei consumi alimentari - conclude il Codacons - è cominciato nel 2007 e da allora la discesa è stata inarrestabile, facendo tornare i consumi ai livelli del 1979, ossia a 33 anni fa”.

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