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GLI ITALIANI PREFERISCONO FRUTTA E VERDURA PRODOTTE “IN CASA”, MA LA FILIERA E’ ANCORA TROPPO LUNGA, E COLDIRETTI, DAL MACFRUT DI CESENA, LANCIA IL PROGETTO FAI - FILIERA AGRICOLA ITALIANA. E A ROMA IL DECRETO SALUTE HA IL VIA LIBERA DELLA CAMERA

Non Solo Vino
Agli italiani piace frutta e verdura

Gli italiani preferiscono frutta e verdura di casa propria: a dimostrarlo, i dati presentati da Coldiretti al convegno “L’ortofrutta firmata dagli agricoltori italiani”, di scena ieri a Macfrut di Cesena, da cui emerge un crescita importante dei consumi interni, a scapito di un calo, sia in termini di quantità che di valore, degli acquisti di frutta esotica. Una buona notizia, che non si traduce, però, in un vantaggio reale per il prezzo pagato ai produttori. Colpa di “una filiera troppo lunga - come spiega il presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello - con passaggi prolungati, anche 3 o 4 intermediari dal produttore al distributore finale, che appesantiscono il prezzo finale del prodotto ortofrutticolo a scapito del primo anello della filiera”. Da qui nasce il progetto “Fai” - Filiera Agricola Italiana, firmato dagli agricoltori italiani, che, come spiega Tonello “si propone di tagliare i troppi passaggi del cibo dal campo alla tavola che alimentano le speculazioni ma anche gli sprechi”. Un’idea sostenuta anche dal Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, che ha spiegato come “sottolineare l’italianità di un prodotto è sempre importante e meritorio. Ben venga quindi l’iniziativa di Coldiretti di promuovere l’ortofrutta Fai, firmata dagli agricoltori italiani”.
Nel primo semestre 2012, secondo i dati raccolti dall’economista Gian Luca Bagnara per Coldiretti, sono aumentati i volumi di acquisto di diverse produzioni nazionali, dalle prugne (+14%) alle nettarine (+13%), dalle angurie (+6%) alle fragole (+3%), eppure, come ricorda ancora il Ministro Catania, “per un lungo periodo la distribuzione ha piegato il prodotto alle esigenze logistiche, penalizzando la qualità e disamorando il consumatore. Per fortuna le cose adesso stanno cambiando, e anche la grande distribuzione comincia a guardare alla produzione italiana in modo nuovo”. Anche grazie al progetto “Fai” che, con il sostegno logistico dei Consorzi Agrari d’Italia, commercializzerà solo prodotti nazionali con un passaggio diretto dalle aziende agricole ai canali distributivi e si affiancherà alla rete già attiva di 10.000 tra frantoi, cantine, malghe, cascine e aziende agricole trasformate in punti vendita, 1.100 mercati degli agricoltori e oltre 100 botteghe di Campagna Amica, già presenti su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di rimettere al centro della filiera le competenze, il lavoro e le capacità imprenditoriali dei produttori.
E mentre a Cesena si cercano soluzioni alle criticità del settore ortofrutticolo, dal mondo della politica arriva il parere favorevole della Commissione agricoltura della Camera al decreto salute relativo all’innalzamento al 20% della percentuale della frutta contenuta nelle bevande analcoliche. Anche se legato a due condizioni, l’estensione della norma anche alle bevande “di fantasia” che si richiamano a contenuti di frutta, e l’immediata applicabilità della norma: per i deputati, infatti, il provvedimento dovrà prevedere “una fase transitoria di 4 mesi”, per permettere la commercializzazione delle bevande prodotte anteriormente alla data di entrata in vigore della norma e quindi non rispondenti ai nuovi requisiti.
“Nell’ottica della tutela della salute del consumatore ma anche in quella della promozione delle produzioni italiane - spiega il presidente della commissione, l’onorevole Paolo Russo - abbiamo sollecitato il Governo a far sì che la norma si applichi anche alle bevande con denominazione di fantasia che in qualche modo richiamino la frutta. In più, abbiamo evidenziato la necessità dell’immediata applicabilità della disposizione”. “Il tutto - sottolinea il deputato Nicodemo Oliverio - è in linea con quanto stiamo sostenendo da tempo e con i contenuti del testo unificato delle proposte di legge, cui ha lavorato la Commissione agricoltura per giungere ad una più completa disciplina della materia”.

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