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OGM MONSANTO: PER L’EFSA LO STUDIO DI GILLES-ERIC SERALINI È “DI UNA QUALITÀ SCIENTIFICA INSUFFICIENTE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI” E INVITA IL RICERCATORE A CONDIVIDERE ULTERIORI INFORMAZIONI, CHE RISPONDE: “NON FORNIRÒ NESSUN DATO SUPPLEMENTARE”

“Di una qualità scientifica insufficiente per essere considerata valida al fine di una valutazione dei rischi”. Così l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) sulla ricerca francese coordinata dal ricercatore Gilles-Eric Seralini secondo cui il mais Ogm NK 603, prodotto dal colosso americano agroalimentare Monsanto, resistente all’erbicida Round Up, porta a un incremento della mortalità dei topi testati, colpiti da patologie gravi, tra cui tumori, che invita gli autori della ricerca “a condividere informazioni addizionali essenziali per una maggiore conoscenza”. Ma Seralini risponde che non fornirà nessun dato supplementare all’Efsa, a cui chiede di pubblicare i propri elementi: “aspettiamo che loro ci forniscano quelli che hanno permesso di autorizzare questo Ogm e questo pesticida in particolare, ma anche gli altri Ogm”.

Lo studio, che riguarda il mais Ogm NK 603 e il Round Up, prodotti dalla Monsanto e importati in Europa, è stato pubblicato il 19 settembre nella rivista “Food and Chemical Toxicology”. Per Seralini e la sua equipe di ricercatori, è “assolutamente scandaloso che (l’Efsa, ndr.) tenga segreti dei dati che gli hanno consentito di valutare la bontà degli Ogm e del pesticida incriminato. In ogni caso - ha concluso il ricercatore - noi a loro non daremo nulla. Pubblicheremo tutto su un sito pubblico, quando loro avranno fatto la stessa cosa”.

L’Efsa nell’esame preliminare sullo studio francese (effettuato sulla pubblicazione degli autori), considera “la concezione, il sistema di relazione dei dati e l’analisi, così come presentati nel documento, inadeguati. In particolare - precisa L’Efsa - le lacune constatate non permettono attualmente all’Efsa di ritenere le conclusioni come scientificamente valide. Inoltre, i numerosi interrogativi relativi alla concezione e alla metodologia della ricerca implicano che non si può tirare nessuna conclusione sulla presenza di tumori nei ratti testati. Non è necessario riesaminare la valutazione da lei effettuata in precedenza sulla sicurezza del mais Ogm NK 603, e neppure prendere in considerazione quei risultati nel quadro della valutazione in corso sul glifosate”.

Lo scienziato che ha diretto i lavori dell’Efsa, Per Bergman, ha tenuto a chiarire: “alcuni potrebbero essere sorpresi per il fatto che la dichiarazione dell’Autorità Europea si concentri sulla metodologia utilizzata da questo studio piuttosto che sui risultati, ma proprio questo aspetto è al cuore del problema”. Secondo lo scienziato, infatti, si deve partire da una concezione e da una metodologia appropriata per costruire una base solida da cui generare dati precisi e risultati validi. Una seconda analisi più completa sullo studio sarà pubblicata dall’Efsa entro fine ottobre.

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