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OBBLIGO DELLA FORMA SCRITTA PER I CONTRATTI DI CESSIONE DI BENI AGRICOLI E ALIMENTARI E, SOPRATTUTTO, RIDEFINIZIONE DEI TERMINI DI PAGAMENTO PER LE CESSIONI DI PRODOTTI AGRICOLI E ALIMENTARI: OGGI ENTRA IN VIGORE L’ARTICOLO 62

Obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari, divieto e relative sanzioni di comportamenti sleali e, soprattutto, ridefinizione dei termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari: 60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili. L’articolo 62 del Decreto legge 24 gennaio 2012, e quindi le disposizioni che puntano ad una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera agricola, entra oggi in vigore, tra la certezza di una maggiore limpidezza e la paura di elementi critici ancora da risolvere, come ricordano le associazioni degli agricoltori.

Per la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori è uno strumento indispensabile per garantire la trasparenza dei rapporti all’interno della filiera e rafforzare il potere contrattuale del mondo agricolo. Ci sono, però, alcuni elementi di criticità che devono essere risolti con atti successivi, proprio per assicurare organicità, equità ed efficacia al provvedimento. Ma la misura - continua la Cia - costituisce un positivo passo avanti nel miglioramento e rafforzamento delle relazioni di filiera, anche attraverso l’utilizzo dei contratti quadro. Non solo: la certezza dei tempi di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari (60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili) rappresenta un aspetto positivo in grado di rispondere alle esigenze degli agricoltori. È anche importante il fatto che il provvedimento preveda il divieto e le sanzioni per i comportamenti sleali che, purtroppo, si sono verificati negli ultimi anni. Come alcune condizioni contrattuali che determinano prezzi al di sotto del costo di produzione medio dei prodotti agricoli.
Tuttavia, ci sono alcuni aspetti critici - conclude la Cia - sui quale occorre intervenire con opportune modifiche. In particolare, è necessario evitare che vi siano problemi di condizionamenti di subalternità o di debolezza dei soggetti fornitori, in modo da rendere l’adozione di questo importante provvedimento per il settore agricolo priva di qualsiasi ostacolo burocratico e procedurale.

“Come cooperazione agroalimentare - dice invece il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini - siamo stati tra i primi a sollevare con determinazione sia in ambito nazionale che comunitario l’esigenza di una maggiore trasparenza nelle relazioni contrattuali all’interno della filiera. Non possiamo pertanto non accogliere con soddisfazione l’entrata in vigore da oggi del nuovo impianto normativo che introducendo regole precise nelle relazioni commerciali dei prodotti agricoli e alimentari, va di fatto nella direzione da noi auspicata di riequilibrare i rapporti di forza tra mondo della produzione e distribuzione. Non possiamo tacere tuttavia - prosegue Gardini - che siamo in presenza di un intervento normativo che introduce elementi che vanno ad incidere e mutare profondamente prassi e consuetudini radicate nell’attuale scenario degli scambi commerciali dei prodotti agroalimentari. Sono fin troppo evidenti, e di certo anche a noi non sfuggono, tutte le difficoltà e i problemi operativi derivanti dall’applicazione di una riforma di tale portata. Sono stati proprio gli stessi Ministri Passera e Catania a dichiarare giorni fa che stanno già valutando l’ipotesi di apportare adeguati aggiustamenti alla norma. Da parte nostra, siamo pronti a collaborare attivamente con i Ministeri competenti affinché l’impianto normativo venga rivisto e corretto nelle parti che creano oggettivamente più difficoltà alle nostre imprese”.

“Entrano in vigore le nuove disposizioni ma andranno perfezionate perché i termini di pagamento creano problemi a comparti agricoli importanti”. Così Confagricoltura, che chiede la tutela per gli anelli più deboli, sull’entrata in vigore dell’articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012 sui rapporti all’interno della filiera e sui termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari. Confagricoltura valuta l’articolo 62 un provvedimento utile per gli agricoltori, di cui ha approvato i principi ispiratori, ma che andrà rivisto perché, per quanto riguarda i termini di pagamento, non tenendo conto del ciclo produttivo agricolo e degli acquisti interni ai settori, crea problemi ad alcuni comparti importanti come, ad esempio, florovivaismo e zootecnia. Anche quello vitivinicolo rischia di entrare in sofferenza con una norma che entra in vigore proprio nel momento clou della vendemmia. Adesso, spiega l’Organizzazione, un produttore che acquista una piantina, o del mangime, e fa crescere la pianta o l'animale, si troverà nella situazione di dover pagare a 60 giorni ma poi a rivendere a distanza di mesi. Inoltre, aggiunge Confagricoltura, non si sono considerate appieno le dinamiche di specifici mercati, soprattutto nelle contrattazioni internazionali. Si rischia così di far crollare la competitività delle aziende, perché saranno preferiti fornitori di altri Paesi che operano con condizioni più flessibili.

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