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“CON ARTICOLO 62 RISCHIO FALLIMENTO PER BAR ITALIANI, GIÀ IN DIFFICOLTÀ CON 7.000 ESERCIZI CHIUSI NEL 2011 SUL 2010. PER RISPETTARE PAGAMENTI ALLA RISTORAZIONE SERVIRANNO 1,5 MILIARDI DI EURO DI LIQUIDITÀ”: È L’ALLARME LANCIATO DALLA FIPE

“L’articolo 62 del decreto sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari rischia di avere effetti pesantissimi sulle imprese del settore distributivo e produttivo, dai piccoli imprenditori esercenti alle più consolidate realtà della ristorazione collettiva”. Ecco l’allarme lanciato dalla Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sull’entrata in vigore della nuova normativa che impone il pagamento a 30 giorni per le merci deperibili e a 60 per le non deperibili.

È negativo il saldo tra natalità e mortalità dei bar italiani nel 2010 e nel 2011 per oltre 7.000 unità, sottolinea la Fipe, una situazione destinata solo a peggiorare con l’entrata in vigore dell’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni, che costringerà la ristorazione, nel rispettarlo, ad avere una liquidità disponibile di 1,5 miliardi di euro e gli operatori della filiera alimentare di oltre 5 miliardi di euro, incidendo in maniera pesante sull’equilibrio finanziario, e determina, di fatto, un sostanziale blocco degli investimenti in nuovi punti vendita. Tutto questo in un momento in cui le imprese registrano ancora forti difficoltà per l’accesso al credito bancario.

“La nuova disciplina dei pagamenti degli alimenti - spiega il direttore generale Fipe Marcello Fiore - preoccupa seriamente gli operatori e comporterà per il sistema Paese un fabbisogno di liquidità aggiuntiva di ben 5 miliardi sulla filiera alimentare”. La Federazione ha dichiarato di voler affrontare il problema da un punto di vista giuridico, intravedendo nell’articolo 62 profili di incostituzionalità perché regolamenta nello stesso modo situazioni oggettivamente diverse. Oltretutto, l’articolo in questione, conclude la Fipe, è anche in contrasto con la direttiva comunitaria nella lotta ai ritardi di pagamento che prevede la derogabilità da parte dei soggetti privati contraenti.

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