Fettuccine, tagliatelle, pappardelle, ravioli, tortellini, lasagne addio: dal 2020 le leccornie che da sempre arricchiscono le tavole degli italiani, rischiano di diventare poco più che uno sbiadito ricordo. La modernità lascia al palo la manualità, e le tradizioni che negli anni ’60 spopolavano in ogni cucina d’Italia, ormai appartengono ad una cerchia sempre più ristretta di amatori: oggi solo 2 persone su 100 hanno dimestichezza con pasta e pane fatti in casa (50 anni fa erano il 40%), e tra soli 8 anni rimarrà solo uno 0,4% della popolazione a mettere le “mani in pasta”. Eppure, chef e cuochi spopolano in tutti i canali, e con un po’ di esperienza si scopre che per fare 4 piatti di fettuccine, ci vuole lo stesso tempo che uscire di casa ed andarle a comprare: 10 minuti capaci di salvare una tradizione secolare.
Questa disabitudine o disaffezione, verso pasta e pane fatti in casa, appannaggio di prodotti pronti, industriali o artigianali, allontana sempre di più i consumatori dalla consapevolezza sul cibo. Ovvero, sulla conoscenza e la scelta degli ingredienti utilizzati e le relative tecniche di trasformazione degli stessi alimenti. Quindi, termini come “semola di grano duro”, “trafilata al bronzo” o “lievito madre” diventeranno patrimonio di sapienza per pochi. Un altro segnale preoccupante, che avvalora questa tesi è l’approccio degli italiani verso la lettura dell’etichettatura che accompagna la pasta: su un campione di 100 persone interrogate, per 85 di loro, il primo elemento che rintracciano sulla scatola, dopo il peso, è quello relativo al tempo di cottura. Forse è proprio il tempo, o meglio ritmi e tempistiche dell’attuale vita frenetica dei nostri giorni, il nemico numero 1 della pasta fatta in casa. Eppure, se si cronometra una persona capace, mentre prepara 4 piatti di fettuccine a fatte mano, ci si accorge che impiega lo stesso tempo che sarebbe necessario per uscire di casa, recarsi in negozio, comprare la pasta e tornare: circa 10 minuti. Per questo, la Cia ha organizzato all’interno del Salone del Gusto di Torino un mini-corso, dedicato a soli uomini, per insegnare con semplicità come realizzare la pasta fatta in casa dando così un primo tangibile segnale di quanto sia sbagliato perdere alcuni saperi.
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