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PER I 35 MILIONI DI ARABI D’EUROPA È FONDAMENTALE CHE CIBO E BEVANDE SIANO “HALAL”, CONFORMI AI DETTAMI DEL CORANO, COME MOZZARELLE DI BUFALA, PASTA FRUTTA DELLE AZIENDE CAMPANE DELLA CIA CHE HANNO RICEVUTO IL MARCHIO DI QUALITÀ “HALAL”

Mozzarella di bufala, pasta, legumi, e ancora frutta secca, dolci, olio ed essenze: tutti prodotti che difficilmente mancano sulle tavole italiane, ma che nessun arabo vorrebbe rinunciare per arricchire la propria. A patto però che siano rigorosamente Halal, termine vuol dire “lecito”, “conforme”, ma anche un marchio di qualità universalmente riconosciuto nel mondo musulmano, e che vuol dire che alimenti, cosmetici e farmaci sono prodotti secondo i dettami religiosi dell’Islam. Da oggi, grazie a un protocollo d’intesa firmato tra la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori della Campania e l’“Halal Italy”, il marchio di qualità comparirà anche su alcuni prodotti campani. Un sigillo di garanzia, grazie al quale i produttori potranno affacciarsi sull’enorme mercato della popolazione di fede musulmana.
Sono 5 milioni i cittadini di fede musulmana in Italia, mentre In tutta Europa sono 35 milioni e addirittura 2 miliardi in tutto il mondo. L’80% dei musulmani d’Europa vive nel Vacchio Continente in pianta stabile, e in larga parte si tratta di arabi di seconda e terza generazione, mentre il restante 20% è costituito da uomini d’affari, studenti o turisti che si trovano di passaggio nei paesi europei. Per entrambe queste categorie c’é un’esigenza di vitale importanza: acquistare e consumare prodotti che siano certificati halal, provenienti cioé da aziende che, per esempio, rispondano a precisi criteri etici, che rispettino i diritti dei lavoratori, che coltivino i prodotti della terra con procedimenti garantiti, che tengano ben distinti gli animali negli allevamenti e durante i trasporti e che li macellino in un certo modo. Banditi dalla dieta ovviamente alcolici e carne di maiale. Per le aziende che rispondono a questi requisiti, per ora sono una quarantina quelle campane, significa aprirsi a un mercato interno ed estero davvero sconfinato.
Dalle prime stime della Cia Campania l’affare, nell’immediato, potrebbe portare nelle casse delle prime 40 aziende certificate un fatturato annuo complessivo di circa 18 milioni di euro. “E vogliamo fare di più. Il nostro obiettivo - dice il presidente Cia Campania, Salvatore Ciardiello - è raggiungere a breve i 140 milioni di fatturato. In un momento di crisi è importante puntare su nuovi mercati. In più questo è un marchio che in generale certifica la qualità dei prodotti di queste aziende”.
“Questo accordo - dice il presidente di “Halal Italy”, Sharif Lorenzini - è una pietra miliare con la quale la Campania si apre ai grandi mercati arabi. Finalmente si unirà la tradizione del made in Italy alla cultura del mondo arabo, per altro affini, che per troppo tempo sono state separate per la mancanza di questa certificazione. Con il protocollo si punta soprattutto all’area Mediterranea, ma anche al sud-est asiatico e al nord Europa. I prodotti più richiesti, spiega Lorenzini, sono mozzarella, caseari, frumento, farine, i vari tipi di pasta, i legumi. E ancora i semilavorati, la frutta secca, i dolci, i succhi di frutta, le essenze e ovviamente l’olio d’oliva”.

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