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LE RISPOSTE DELLE COOP ALLA CRISI: NO DELOCALIZZAZIONE, VALORIZZAZIONE DEL PRODOTTO E LAVORO STABILE. PAROLA DELL’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE AGROALIMENTARI (34,2 MILIARDI DI EURO DI FATTURATO). CATANIA: “BENE UNIFICAZIONE DELLE CENTRALI COOPERATIVE”

“Se fino a qualche anno fa la cooperazione era per molti un modello obsoleto rispetto a forme d’impresa giudicate più moderne, oggi la crisi mette in luce la diversità del modello cooperativo come elemento di valore, poiché proprio nei momenti di maggiore criticità, la cooperazione riesce ad esprimere al meglio le proprie potenzialità e il proprio valore, dimostrando nei fatti di poter costituire una valida alternativa al modello economico tradizionale, basato sull’impresa di capitali e sul profitto”. Parola di Maurizio Gardini, riconfermato presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, costituita da Fedagri-Confcooperative, Lega coop agroalimentare a Agc Agrital, un colosso da 34,2 miliardi di euro di fatturato, il 24% del valore della produzione agroalimentare italiana (5.100 cooperative agricole, 720.000 soci produttori, 94.000 addetti, il 56% assunti a tempo indeterminato), all’assemblea “Il modello cooperativo, forza distintiva in agricoltura” di scena a Roma, a cui ha partecipato anche il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, che è intervenuto sottolieneando che l’operazione di unificazione delle centrali cooperative rappresenta un risultato importante, anche alla luce del momento che viviamo.

“La nostra è una distintività che si declina in fatti concreti. Il primo dei quali - ha detto Gardini -è che le cooperative trasformano e commercializzano materie prime agricole che per l’86% provengono dai soci. Gli approvvigionamenti della cooperazione avvengono in un ambito quasi esclusivamente italiano (71% locale e 26% nazionale) e solo una quota limitata di materia prima (3%) è di provenienza estera e serve per lo più al completamento della gamma per produzioni che non esistono in Italia. In un momento di crisi, quindi, la cooperazione agricola si rileva una risorsa straordinaria per il tessuto produttivo agricolo, per garantire ai soci continuità di collocamento della produzione e sicurezza nei pagamenti. A differenza di quanto avviene in altri tipi di imprese - ha proseguito Gardini - anche nella contingenza di una fase economica fortemente critica, le cooperative non hanno percorso strade diverse da quella della valorizzazione del territorio e delle produzioni locali, non hanno delocalizzato la produzione ma hanno al contrario continuato ad investire prevalentemente, se non esclusivamente, sul territorio dove si realizzano le attività dei soci. Ioltre, la cooperazione agricola - ha spiegato Gardini- è riuscita in questi anni di grandi difficoltà a salvaguardare livelli occupazionali stabili nel tempo e di qualità nei suoi aspetti normativi. Ciò è stato fatto a volte penalizzando anche i conti economici delle nostre imprese, rinunciando, a differenza di altri, ad approfittare della crisi per effettuare operazioni di “ristrutturazione selvaggia”. Infine, ha concluso Gardini, “anche sotto l’aspetto economico e in termini di capacità di remunerazione della materia prima conferita, i risultati raggiunti testimoniano in moltissimi settori come le cooperative siano in grado di trasferire ai soci quote importanti di valore aggiunto che in altre situazioni contribuiscono alla formazione dell’utile di impresa”.

“Il periodo che stiamo affrontando - ha sottolineato il Ministro Mario Catania - è particolarmente importante per la nostra agricoltura. Ci troviamo alla vigilia di due riforme fondamentali per il futuro del settore e per il futuro della pesca. Possiamo dire che arriviamo a questi appuntamenti avendo fatto il massimo a tutti i livelli, con un impegno forte e condiviso anche da parte del Governo che ha istituito una squadra di consultazione permanente per affrontare in primo luogo la questione relativa al bilancio europeo 2014-2020. Tutto il lavoro svolto finora permetterà sicuramente all’Italia di potersi trovare nei prossimi mesi nelle migliori condizioni per chiudere i negoziati in corso e portare a casa risultati positivi. Ci sono poi altre questioni importanti per il comparto - spiega Catania - come l’internazionalizzazione dei nostri prodotti che deve essere intesa in una visione d’insieme e non in un’ottica di contrapposizione rispetto al Km 0. Dobbiamo puntare sulla qualità che ci contraddistingue, un asset centrale per il Paese, per raggiungere altri mercati”.

“Per quanto riguarda invece la politica agricola nazionale - ha proseguito il Ministro - c’è da dire che in Italia negli ultimi 20/30 anni è stata carente ed è per questo che, fin dall’inizio del mio mandato, ho deciso di intervenire per cercare di porre rimedio al ritardo accumulato, come dimostra anche la stessa produzione normativa degli ultimi dodici mesi relativa al settore. A questo proposito vorrei ringraziare il presidente Gardini anche per l’appoggio e l’apprezzamento per l’articolo 62, con il quale abbiamo voluto dare trasparenza ed equità all’interno dei rapporti della filiera. Consapevoli del ruolo innovativo dell’articolo 62, proprio questa settimana abbiamo aperto anche un tavolo tecnico per affrontare insieme ai soggetti interessati l’impatto della norma sul comparto”.

“Infine - ha concluso il Ministro - il lavoro che è stato fatto in questi mesi è stato decisivo per il nostro Paese. Ma è necessario essere consapevoli che occorre proseguire in tale direzione anche in futuro e fare in modo che quest’operazione di risanamento sia portata avanti anche nel corso della prossima legislatura”.

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