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GLI ITALIANI PREFERISCONO LA CAPSULA? 7 MILIARDI I CAFFÈ CONSUMATI IN MEDIA AL BAR PER 6 MILIARDI DI EURO MA IL 2012 SI CHIUDERÀ CON UN CALO DEL “PROFESSIONALE” (CHE PIACE ALL’ESTERO) MENTRE CRESCONO LE “MONODOSI”. COSÌ IL CENTRO STUDI ASSAGGIATORI

Sono 7 miliardi le tazzine che gli italiani mediamente consumano al bar per un volume d’affari, secondo dati Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi, di 6 miliardi di euro. Ma “il 2012 si chiuderà con un calo del caffè professionale, mentre sta crescendo a due cifre il consumo delle monodosi, cialde o capsule che siano, anche nei ristoranti”. A fornire la fotografia del rapporto tra gli italiani e l’espresso è il presidente del Centro Studi Assaggiatori Caffè Luigi Odello, secondo il quale “i caffè si stanno impoverendo qualitativamente, e la crisi morde i consumi. La gente non trova spesso buone motivazioni, se non la pausa dal lavoro, per spendere 40 centesimi in più al bar, e oggi il porzionato batte il caffè fuori casa. Tra le mura domestiche, tiene anche il mercato del pacchetto in polvere, ma a casa non si riuscirà mai a raggiungere la qualità top di quei baristi che sanno far la differenza curando la selezione e torrefazione di miscele, nonché la macchina e il macinino. Il boom delle capsule, in futuro, migliorerà - secondo Odello - il caffè nei ristoranti dove è prevedibile la diffusione delle “Carte dei caffè”, menu ad hoc che faranno scoprire ai consumatori il gusto differenziato e la varietà degli aromi legato al Paese di provenienza della miscela. Si creerà un consumo differenziato, come nel vino”.
E come il vino, “segnali incoraggianti per l’espresso italiano arrivano dall’estero - segnala Odello - emerge il mercato asiatico che chiede caffè fresco e meno amaro. Ai consumatori Usa piace la tazzina con sentori di mandorle, datteri e uva passa, mentre l’aroma più gradito ai brasiliani è il cioccolato. Insomma il mondo sta scoprendo il nostro rito, e il caffè si afferma nei mercati come atto edonico”.
La caffetteria è il prodotto di punta del bar italiano. Un bar vende in media 175 tazzine di caffè al giorno, cifra comprensiva dei cappuccini. “Noi non vediamo perdite di fatturato - sottolinea Lino Stoppani, presidente Fipe - non c’è crollo al bar del consumo di espresso che, anzi, per taluni esercizi continua a rappresentare il 50% del fatturato. I prezzi poi sono rimasti invariati, mediamente 0,93 centesimi la tazzina. Certamente - ammette c’è una evoluzione dei consumi, crescono le cialde, ma è impensabile l’effetto-sostituzione: il caffè continua a valere il 31% del giro d’affari dei quasi 150.000 bar sul territorio italiano”.
Nell’ultimo anno, precisa uno studio Fipe, la dinamica dei prezzi del settore, frenata dalla moderazione della tazzina di caffè, si è mantenuta costantemente al di sotto dell’inflazione generale. Il bar è da sempre un comparto imprenditoriale dinamico. Negli ultimi due anni, rileva l’analisi Fipe, si sono manifestati i segni della crisi e nel 2011 hanno chiuso circa 12.000 imprese portando il saldo a -3.886 unità. Mentre a livello regionale è la Lombardia l’area con la presenza maggiore di bar (circa 30.000, pari al 17% del totale). Altrettanto importante la diffusione dei bar in Veneto, Lazio e Campania.

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