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AGROALIMENTARE MONDIALE PRODUCE IL DOPPIO DEL FABBISOGNO. PARADOSSO DELLA CARENZA ALIMENTARE E LA COEVA IPERNUTRIZIONE È NELLA DISTRIBUZIONE E NEGLI SPRECHI. PUNTARE SU BIO E RICERCA. COSÌ, L’ESPERTO HANS HERREN AL BARILLA CENTER FOR FOOD & NUTRITION

Il sistema agroalimentare mondiale produce 4.600 calorie al giorno per persona che è più del doppio di quanto serve per nutrire la totalità delle persone sane. Il paradosso della carenza alimentare per 868 milioni di persone e della contemporanea ipernutrizione per 1,5 miliardi di altri abitanti del Pianeta sta nella distribuzione della filiera alimentare e negli sprechi. Parola di Hans Herren, presidente Millennium negli Stati Uniti e co-presidente International Assessment for Agricultural Science and Technology (Iaast), che dal Forum del Barilla Center for Food & Nutrition di Milano suggerisce di puntare di più sulla produzione locale, sul biologico e sulla ricerca e nel 2050 l’economia “green” crescerà del 2%.

“L’attuale paradigma produttivo - spiega l’esperto - è sbagliato perché ha abusato di troppa chimica con il conseguente inacidimento degli oceani che è uno dei fattori scatenanti dei cambiamenti climatici. Anche l’opzione Ogm ha il difetto di sviluppare solo monocolture intensive e stiamo esaurendo i terreni dell’Argentina per avere carne in Europa. Occorre dire basta anche ai biocombustibili - sottolinea Herren - perché non ha senso alimentare le macchine con derrate di cereali (il 6% della produzione mondiale) che andrebbero destinate all’alimentazione umana. La questione è complessa ma cambiando sia i consumi che l’agricoltura e aumentando la ricerca si può costruire una filiera agro-alimentare sostenibile. Dobbiamo puntare di più sulla produzione locale, sviluppare il biologico, spingere i governi a promuovere la ricerca. Per il 2050 - conclude Herren - l’economia “green” crescerà del 2% e questo porterà ad un aumento occupazionale nel settore del 3%. Ci sarà meno deforestazione, e meno spreco idrico. Produrremo 2.000 calorie al giorno, e a tavola i consumatori avranno calorie di qualità, senza eccedenze. L’agricoltura potrà così risolvere metà del problema cambiamenti climatici”.

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