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NEGOZIATO SU BUDGET EUROPEO, CONSUMO DI SUOLO, ARTICOLO 62, LE QUESTIONI IN SOSPESO PER MINISTRO CATANIA CHE PENSA A CANDIDARSI. POLITI (CIA): “PROSSIMO GOVERNO SIA IN DISCONTINUITÀ SU AGRICOLTURA”. SUMMIT MONTI-FILIERA A PALAZZO CHIGI (12 DICEMBRE)

Non Solo Vino
Il Ministro Mario Catania

La difficile fase di negoziato sul budget europeo “dal quale dipende molto del futuro del settore agroalimentare nazionale”, la questione del ddl sul consumo di suolo, “una partita persa, mi auguro venga ripreso nella prossima legislatura”, e quella della gestione dell’acqua, il tanto discusso articolo 62, già in vigore, che regola i termini di pagamento tra produttori e commercianti in Italia e per il quale “aspetto di vedere, a distanza di mesi, che impatto concreto si avrà sulla filiera”: ecco le questioni in sospeso del mondo dell’agricoltura italiana per il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, che si dichiara possibilista su una sua candidatura alle prossime elezioni. E se per il Ministro “l’agricoltura è stata centrale per il Governo” che si avvia alle dimissioni, al contrario la pensa il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che si auspica che “il prossimo esecutivo sia in forte discontinuità rispetto al Governo Monti”. Intanto, lo stesso Ministro, annuncia che il Presidente del Consiglio Mario Monti incontrerà i presidenti delle maggiori organizzazioni della filiera agroalimentare nazionale (Federalimentare, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Cooperative Italiane) per discutere sui principali temi del settore agricolo e dell’industria alimentare, il 12 dicembre a Palazzo Chigi a Roma.

“Tutti quanti dobbiamo avere un approccio diverso alle problematiche e dobbiamo capire che non servono i distinguo e le guerriglie tra pezzi del mondo produttivo agroalimentare - sottolinea Catania - bisogna espellere tutto quello che sottrae valore alla filiera tenendo sempre la barra ferma sulla stella polare della qualità. Questo è fondamentale, perché il giudizio alla fine lo dà il consumatore. Da cittadino e da uomo dell’agricoltura mi auguro che ci sia in futuro una classe dirigente lucida, rigorosa, che abbia ben presente queste esigenze e che non cada nel qualunquismo, nel populismo, manifestando la volontà di proseguire nella fase di risanamento che è appena cominciata”.

“In questo momento - ha spiegato Catania - a causa della situazione che si è venuta a creare, si rischiano di bruciare i risultati importanti che nell’ultimo anno sono stati raggiunti e gli sforzi che gli italiani hanno fatto per rimettere il Paese nella giusta direzione. Siamo impegnati a livello comunitario in una difficile fase di negoziato sul budget europeo. Naturalmente, molto del futuro del settore agroalimentare nazionale dipende dall’esito di quel negoziato. Il Governo ha confermato la non condivisione di prospettive che porterebbero a una compressione radicale del bilancio, quindi il Presidente del Consiglio ha un duplice obiettivo: da un lato salvaguardare il livello complessivo del budget, dall’altro correggere una situazione di saldi che ci vede in condizioni non più sostenibili. E il recupero in termini di dare e avere va realizzato anche, se non soprattutto, in agricoltura. Il settore - ha aggiunto Catania - è oggetto di particolare attenzione di questo Governo, prova ne è il fatto che il Presidente Monti ha voluto con sé, il giorno della riunione del Consiglio Europeo a Bruxelles, il Ministro dell’Agricoltura”.
“Sul piano nazionale - ha osservato Catania - ci sono tutta una serie cose che non dipendono da Bruxelles, ma dalla nostra capacità di guardare al futuro. Ad esempio, serve affrontare con decisione la questione del consumo del suolo, un tema strategico, messo sul tavolo dopo decenni di sostanziale indifferenza che, mi auguro, venga ripreso in mano da chi governerà nella prossima legislatura. Così come il tema della gestione dell’acqua”.

E “sull’articolo 62 - ha detto il Ministro - aspetto di vedere, a distanza di mesi, che impatto concreto si avrà sulla filiera. Intanto faccio un appello alle confederazioni agricole affinché non lascino soli i produttori. È fondamentale che le organizzazioni si assumano le responsabilità e accompagnino realmente, sul territorio, le esigenze degli imprenditori agricoli. La filiera non sempre funziona correttamente nel nostro Paese, continua a esserci troppa intermediazione, serve quindi riaprire seriamente il capitolo della interprofessione, razionalizzare, tagliare l’intermediazione. E bisogna puntare all’aggregazione dell’offerta, tema cu sui il Governo non potrà intervenire direttamente se non c’è l’impegno delle imprese”.

“Comprendiamo la fase necessaria di risanamento dei conti, e Monti ha operato bene da questo punto di vista - ha detto da parte sua il presidente della Cia Politi - ma non è riuscito a passare alla seconda fase della crescita. L’agricoltura - ha aggiunto - è un settore importante della nostra economia reale e deve essere posta nella giusta considerazione”.

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