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UN MONDO SENZA PASTA? SEMBRA IMPOSSIBILE, MA È UN RISCHIO LEGATO AL RISCALDAMENTO GLOBALE. È L’ALLARME LANCIATO DALLA RIVISTA “NEWSWEEK”: “L’ITALIA SUBIREBBE UN INFARTO CULTURALE”. COLDIRETTI: MA “IN ITALIA IL RACCOLTO DI GRANO DURO È A +12% IN 2012”

Un mondo senza pasta? Sembra inconcepibile, ma è un rischio a cui la popolazione del pianeta potrebbe trovarsi soggetta se non verranno presi provvedimenti più aggressivi contro il riscaldamento globale. A lanciare l’allarme è “Newsweek”, secondo cui l’aumento delle temperature rende sempre più complicata la crescita del grano duro, e questo potrebbe costituire una minaccia per la produzione della pasta: “l’Italia subirebbe un infarto culturale”, dice la rivista. Ma, nonostante la siccità estiva, sottolinea la Coldiretti, in Italia nel 2012 il raccolto di grano duro destinato alla produzione di pasta è aumentato del 12%, mentre l’incremento per il grano tenero per la panificazione è stato addirittura del 21%.
Secondo “Newsweek” un numero sempre maggiore di studi scientifici suggerisce che negli anni a venire il grano sarà colpito in modo particolarmente pesante a causa dell’aumento della temperatura e dell’intensificazione di siccità e di tempeste sempre più distruttive. Secondo quanto riporta l’International Food Policy Research Institute (Ifpri), entro il 2050 nelle zone del Midwest di Stati Uniti e Canada, Nord della Cina, India, Russia e Australia ci saranno estati sempre più calde, e la produzione di grano in quel periodo potrebbe diminuire dal 23 al 27%. A meno che non si intervenga con misure ad hoc. “Siamo preoccupati”, ha commentato Gerald Nelson, ricercatore di Ifpri, invitando i governi ad agire.
Ma in Italia, sottolinea la Coldiretti, per il grano duro si stima nel 2012 una produzione nazionale di 4,2 milioni tonnellate mentre per quello tenero il raccolto è di 3,4 milioni di tonnellate. Nonostante l’incremento produttivo l’Italia resta però dipendente dall’estero per circa il 40% del proprio fabbisogno ed è quindi importante tutelare a livello nazionale la disponibilità di terra fertile destinata alla coltivazione.

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