Che fine fanno gli avanzi dei coking show televisivi? È una domanda che ci siamo posti tutti, specie di fronte alle prove del reality culinario MasterChef, dove quintali di frutta, verdura, carne e ogni genere di alimento di qualità fa bella mostra di sé puntata dopo puntata. Non si tratta di semplice curiosità, ma di viva preoccupazione, perché in tempi di crisi di tutto c’è bisogno meno che del pubblico spreco. E allora, a muoversi in questa direzione è stato il Banco Alimentare che, dopo aver scoperto grazie ad una giovane volontaria fan del programma condotto da Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich, che tutto quel ben di Dio, effettivamente, veniva buttato, si è adoperato per trovare un accordo, siglato a metà dicembre, grazie al quale le eccedenze alimentari generate dalle prove dei diciotto concorrenti in gara finiscono non nella spazzatura, ma nella mani del Banco Alimentare Lombardia, che si occupa di recuperarle raggiungendo gli studi con i suoi furgoncini refrigerati e ridistribuirle gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi.
La collaborazione tra MasterChef e il Banco Alimentare rientra nel programma Siticibo Ristorazione, nato a Milano nel 2003 per recuperare il cibo invenduto nella ristorazione organizzata e donarlo alle numerose strutture caritative che si occupano di offrire pasti ai poveri, reso possibile dalla legge 155/2003, detta del “Buon Samaritano”. Il programma donerà tutti i cibi preparati dai concorrenti che non sono stati assaggiati né toccati, e che conservano le temperature standard, e tutto ciò che non è stato utilizzato durante le prove e rappresenta un’eccedenza. “Abbiamo utilizzato - spiega Andrea Giussani, presidente della fondazione Banco Alimentare - una formula adatta alla trasmissione televisiva, rispettosa della legge e preorganizzata nella distribuzione. Saremmo lietissimni se altri programmi potessero collaborare con noi, naturalmente con il prerequisito di conoscerci e di condividere condizioni preventivate: no al bel gesto su chiamata, ma sì al concetto di alimenti come bene e dono rispettato anche per legge. Le mense - continua - non possono ricevere qualsiasi cosa, ma alimenti commestibili ben conservati”. L’auspicio è quindi che questa esperienza spinga anche altri programmi a donare il cibo cucinato nel corso delle puntate per evitare sprechi e aiutare chi ha bisogno. “Siticibo è un programma che ci consente di recuperare le eccedenze della ristorazione che così diventano una risorsa importante. Siamo una sorta di “Croce Rossa del cibo”: quando il cibo sovrabbonda rispetto alla domanda, anziché essere buttato interveniamo noi”, spiega Giuliana Malaguti, responsabile del progetto Siticibo.
Grazie al programma Siticibo, nel 2011 sono state recuperate 574.000 porzioni di piatti pronti (tra primi, secondi e contorni), 115 tonnellate di pane e 170 tonnellate di frutta e verdura da 85 mense aziendali, i refettori scolastici di 169 scuole, 8 hotel e 22 esercizi commerciali di tutta Italia. E grazie alla collaborazione con Master Chef, inoltre, “le eccedenze recuperate finiscono alle strutture che forniscono pasti, soprattutto nelle case-famiglia che ospitano persone in difficoltà, ragazze madri ma anche i tanti padri separati che non riescono ad arrivare a fine mese”.
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