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APICOLTORI VS AGRICOLTORI: SECONDO LE CONCLUSIONI DELL’EFSA I NEONICOTINOIDI SONO UN PERICOLO PER LE API, MA ORGANIZZAZIONI AGRICOLE E COOPERATIVE LI DIFENDONO A SPADA TRATTA, PER L’IMPATTO POSITIVO SULLE RESE, SUI REDDITI E SULL’OCCUPAZIONE

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Apicoltori contro neonicotinoidi

“Inquietanti”. Così la Commissione Europea ha definito, per la prima volta, le conclusioni delle ricerche scientifiche presentate dall’Efsa - Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, secondo cui i residui di quei pesticidi conosciuti come neonicotinoidi potrebbero rappresentare un rischio elevato per le api. Il prossimo passo della Commissione Ue sarà quello di scrivere alle società produttrici (Syngenta e Bayer), che avranno tempo fino al 25 gennaio per contrapporre le proprie tesi al parere dell’Efsa. A difendere i pesticidi finiti sotto accusa per la contaminazione del polline e del nettare delle api, sono scese in campo organizzazioni agricole e cooperative dell’Unione Europea, per “l’impatto positivo che hanno sulle rese produttive, sul reddito de produttori e quindi sull’occupazione”. Uno studio recente, scrivono gli agricoltori riuniti sotto le sigle del Copa e del Cogeca, “rivela che l’uso di neonicotinoidi per il trattamento delle sementi, consente di ottenere 4 miliardi di euro di proventi, promuove l’occupazione nelle zone rurali, e dimostra i benefici della ricerca e dell’innovazione”.

Bruxelles, dal canto suo, intende portare la questione il prossimo 31 gennaio all’esame del Comitato permanente della sicurezza alimentare dove sono presenti i rappresentanti dei 27 Stati membri. Nulla al momento è definito, ma il portavoce tiene a precisare che Bruxelles è pronta a “prendere le decisioni necessarie” se dall’esame del rapporto dell’Efsa e dagli studi realizzati emerge che c’é un reale problema con i pesticidi in questione. Anche perché, di fronte al fenomeno della moria delle api, che sarebbe passata in una quindicina d’anni dal 5% al 30%, e dallo smembramento di intere colonie, gli Stati membri e in primis l’Italia, hanno già introdotto misure nazionali. Il rapporto dell’Efsa punta il dito sull’impatto dell’uso di alcuni pesticidi come il thiamethoxam, clothianidin e imidacloprid a seconda delle produzioni: nella colza, è stata individuata la presenza di residui a rischio nel polline e nel nettare, mentre per il mais il problema della contaminazione è legato alla polvere che si alza al momento della raccolta e alle gocce che si formano sulle piante su cui si posano le api. Contaminazione che non impensierisce gli agricoltori, che ribattono invece su come “il trattamento presenta vantaggi per la salute, assicurando vegetali sani e cereali con livelli inferiori di micotossine, oltre a fornire opportunità occupazionali a 50.000 persone nelle zone rurali dell’Ue, il che è particolarmente importante nel contesto dell’attuale crisi economica”.

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