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“AGRI-CAMPAGNA ELETTORALE”? ADESSO C’È. ANCHE L’AGRICOLTURA FA LA “DIVA” FRA LE AGENDE DI SEL, PD E LISTA MONTI, DALLA LOTTA ALL’ABBANDONO DELLE CAMPAGNE AL NO ALLA CEMENTIFICAZIONE, AL SETTORE COME OPPORTUNITÀ, ECCO I PROGRAMMI A CONFRONTO ...

Dalle “Primarie della Cultura” del Fai-Fondo Ambiente Italiano alle “scelte di campo” di Slow Food Italia, dalle “agri-poll” delle Città del Vino al decalogo dell’Aiab-Associazione Italiana Agricoltura Biologica, fino a tutte le proposte lanciate dalle associazioni di categoria: tanto sforzo è stato fatto, e si sta ancora facendo, perché nel dibattito politico in questo clima pre-elettorale si parli anche di agricoltura. E dal Piano Nazionale per fermare l’abbandono delle campagne di Nichi Vendola alla gestione integrata delle risorse idriche e lo stop alla cementificazione di Mario Monti, fino all’agricoltura candidata fra i settori dell’innovazione e della specializzazione competitiva del sistema Paese per Pierluigi Bersani, ecco che arrivano i primi frutti. E fra le proposte di Sel, Pd e Lista Monti il settore agricolo “vede la luce” con uno spazio tutto dedicato, e scatta il confronto dei programmi anche sui temi dell’agricoltura.

L’Agenda Monti ha aperto un varco, è stata la prima a dedicare un capitolo al settore agricolo, grazie anche alla vicinanza del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, candidato alla Camera nelle file dell’Udc. Ma anche il Pd e Sel dedicano al settore agricolo e agroalimentare uno spazio degno di nota nei programmi, con un unico obiettivo, dare nuova linfa e nuove prospettive al secondo comparto economico per entità di valore aggiunto. Il partito di Nichi Vendola annuncia un “progetto strategico rivolto all’agricoltura che consiste, prima di tutto, in un piano nazionale per contrastare l’abbandono delle campagne. I punti principali del piano dovranno essere una franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di abbandono; una moratoria del consumo di suolo agricolo, obiettivo che si persegue con una legge urbanistica nazionale che fissa un tetto inderogabile e decrescente al consumo del suolo; difendendo il reddito degli agricoltori, burocrazia e in primo luogo del credito, principale causa dell’indebitamento che sta strangolando la nostra agricoltura”. Ma il vero salto di qualità per Sel “si chiama cooperazione, aggregazione e integrazione delle imprese agricole, tracciabilità delle produzioni agroalimentari ed eticità delle tecniche di produzione, trasparenza delle informazioni sulla formazione dei prezzi, promozione della filiera corta, tutela delle risorse idriche”. Spostando l’orizzonte sul piano europeo Sel concentra la sua attenzione su due battaglie: etichette di origine e lotta agli Ogm. “Occorre portare a compimento la battaglia per l’etichettatura di origine degli alimenti e portare l’Italia nel gruppo dei Paesi Ogm free, valorizzando così l’enorme patrimonio enogastronomico di cui disponiamo attraverso la garanzia dell’assenza di organismi geneticamente modificati nell’intero settore agroalimentare”.

Il Premier Monti che si candida con la sua lista civica, invece, fa esplicito riferimento, nel testo programmatico “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa”, a importanti iniziative legislative e amministrative avviate nel corso della legislatura ma che “non è stato possibile portare a compimento, prima fra tutte il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo. Inoltre, adottando un grande piano di gestione integrata delle acque si può tutelare il territorio sia dal rischio di dissesto idrogeologico che di carenza idrica”. Altri punti salienti del programma Monti sull’agricoltura consistono nel prendere misure volte ad “assicurare che agli agricoltori non rimanga una quota troppo bassa del valore aggiunto generato lungo le filiere agroalimentari, favorendo una maggiore aggregazione dell’offerta che dia agli agricoltori un’adeguata forza contrattuale sul mercato ed eliminando intermediazioni inutili e parassitarie che sottraggono reddito”. E poi ancora per Monti: “serve dare una maggiore protezione agli agricoltori dalle crisi climatiche o di mercato, cicliche incentivando le pratiche assicurative a livello nazionale e comunitario e affrontare il problema di come assicurare un migliore accesso al credito agrario specializzato. Serve infine tenere la guardia alta sulla tutela del “made in Italy”.

Infine, il Pd candida “l’agricoltura e l’agroalimentare fra i settori dell’innovazione e della specializzazione competitiva del sistema Paese”. Un concetto che viene sintetizzato da Enzo Lavarra, presidente del Forum Politiche agricole del Pd, alla prima assemblea nazionale del partito sui temi agricoli: “l’agricoltura italiana è al centro di un mutamento profondo di ruolo e di funzione. Non più settore funzionale ad un unico modello economico dominante (serbatoio di mano d’opera per lo sviluppo industriale e fornitore di materia prima per l’industria alimentare), ma settore che vive un mutamento interno che tende a caratterizzarlo come elemento dinamico di un nuovo paradigma produttivo. Un mutamento che mette al centro la figura dell’agricoltore moderno che non è più solo produttore di beni alimentari; è anche soggetto essenziale nella valorizzazione del territorio e delle risorse naturali, promotore della coesione sociale dei territori rurali, garante della qualità, della sicurezza alimentare e del patrimonio di civiltà delle mille contrade del Belpaese. Da qui l’attenzione alla multifunzionalità: parliamo di agricolture come diversificazione fra modelli, e come evoluzione verso modelli multifunzionali”.

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