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CIN CIN PER LE API: PUBBLICATO IN GAZZETTA CON DATA 25 GENNAIO NUOVO STOP NEONICOTINOIDI IN ITALIA, INSETTICIDI “KILLER” DELLE API, FINO A GIUGNO 2013. DA LUGLIO STOP ANCHE PER 3 VARIETÀ IN UE. PANELLA (UNAAPI): “ANCORA TROPPI INTERROGATIVI”

Non Solo Vino
Apicoltori all’opera

Un cin cin per le api: in Italia, dove è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con data 25 gennaio che proroga fino a giugno 2013, come annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, lo stop dell’autorizzazione all’impiego di sementi di mais trattate con prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive neonicotinoidi, considerate responsabili del grave fenomeno della moria delle api, reiteratamente sospese dal 2008 fino al 31 gennaio 2013; ma anche in Europa, dove la Commissione Ue ha proposto, ieri, ai rappresentanti dei 27 Stati membri di sospendere per 2 anni, a partire da luglio 2013, l’uso di tre pesticidi appartenenti sempre alla famiglia dei neonicotinoidi, (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) per le produzioni che attirano le api (mais, colza, girasole e cotone).
Ma, ancora una volta, visto che di sole proroghe e proposte si tratta, nonostante la sentenza definitiva dell’Efsa-Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, “inquientante” per la stessa Commissione, che ha dichiarato i neonicotinoidi incompatibili con fertilità e vita, e l’appello di Slow Food, Unaapi e Legambiente - cui si sono aggiunti quelli di Greenpeace, Aiab ed Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd - per un ritiro immediato, per le api è una vittoria a metà sottolinea a WineNews Francesco Panella, alla guida degli apicoltori italiani dell’Unaapi, in cui rimangono “troppi interrogativi”, a partire da quel “luglio 2013”, “perché i tempi dell’Europa sono lunghi e i semi della stagione 2013 sono già pronti. Senza dimenticare che 3 Paesi del peso di Germania, Spagna e Inghilterra sono contrari (non conta la maggioranza, ndr) e quindi vedremo come andrà a finire”.
“L’Efsa - spiega Panella - pur considerandoli ancora non completi, ha preso finalmente atto dei dati emersi dalla ricerca pubblica sugli effetti dei neonicotinoidi, e non solo da quella privata dei “venditori”, cui seguiranno comunque nuovi studi ed approfondimenti e nuove linee guida. Un risultato importantissimo che dimostra come ci siamo mossi molto bene a livello di Ue e di rapporti con la scienza “onesta”. Senza considerare che quella dell’Agenzia dell’alimentazione è una vera e propria “revisione” degli studi condotti da anni ed anni, e ancora con un mix tra dati vecchi ed aggiornati”.
“Troppi sono ancora gli elementi provvisori - secondo il presidente Unaapi - e molti problemi rimangono aperti. Per esempio permettere l’uso dei pesticidi in certe colture non visitate dalle api, vuol dire dimenticarsi che se l’anno dopo in quello stesso campo metto una coltura che lo è, in quella terra può rimanere il 50% di quelle molecole considerate incompatibili con le api”.
Da qui ai prossimi mesi non bisogna dunque, ancora una volta, abbassare la guardia, dice Panella, ricordando che gli apicoltori italiani dell’Unaapi hanno lanciato un’importante petizione, partita contemporaneamente in Francia, Inghilterra, Germania e Austria, promossa dalle rispettive associazioni nazionali di apicoltori, per vietare i neonicotinoidi e salvare le api: 250.000 sono le adesioni già raggiunte fino ad oggi (info: www.mieliditalia.it).

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