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TROPPI SCANDALI, C’È BISOGNO DI TRACCIABILITÀ: TRA CARNE DI CAVALLO NELLE LASAGNE, MAIALE NEL KEBAB E LATTE TOSSICO, IN ITALIA PIÙ DEL 90% DEI CITTADINI VORREBBE L’ETICHETTA D’ORIGINE SU TUTTI GLI ALIMENTI, MA BRUXELLES FRENA

Non Solo Vino
Scandalo dopo scandalo, la questione della tracciabilità è fondamentale

Scandalo dopo scandalo, la questione della tracciabilità e quindi dell’origine in etichetta dei prodotti alimentari che finiscono sugli scaffali di tutta Europa, è più viva che mai. In Italia più del 90% dei cittadini vorrebbe l’etichetta d’origine su tutti gli alimenti, mentre da Bruxelles la Commissione Ue continua a fare resistenza, nonostante la vicenda della carne di cavallo presente nei preparati più impensabili (dalle lasagne alle polpette dell’Ikea, come sembra ormai confermare ufficialmente anche il fornitore svedese della multinazionale dell’arredamento), abbia monopolizzato l’attenzione dei media per giorni. E, se non bastasse, dal mondo sembrano moltiplicarsi gli allarmi: dalle “false” o presunte tali uova biologiche in Germania alla carne di maiale trovata nei preparati per Kebab (“piatto” islamico, che vieta la carne di suino) in Svizzera, dalla carne di asino negli hamburger in Sudafrica al pollame allevato con troppi antibiotici da 1.000 aziende cinesi, che ha spinto la catena di fast food americana Kentucky Fried Chicken a sospendere ogni rapporto commerciale con gli allevatori coinvolti, fino all’ultimo scandalo:, la presenza di sostanze tossiche e cancerogene nel latte di 180 fattorie croate ...

Focus - Carne di cavallo: “la tracciabilità delle carni funziona, ma va applicata lungo tutta la filiera”. Lo dice il presidente Guidi (Confagricoltura)
“Gli agricoltori non hanno avuto nulla a che fare con la vicenda della carne di cavallo nelle preparazioni alimentari; ne sono semmai le vittime, che rischiano di subire ripercussioni enormi sull'attività di allevamento e produttiva. Non avevamo bisogno di nuovi “mostri mediatici”, che disaffezionano i consumatori ed anche i buyers e rischiano di penalizzare i produttori onesti che portano nel mondo il made in Italy di qualità”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, commentando le notizie di preparati agroalimentari tolti dal circuito di vendita in Europa e nel mondo perché contenenti carne equina non segnalata in etichetta.
Confagricoltura concorda con il Commissario Ue alla Salute e Consumatori Borg che ha chiesto “sanzioni penali più dure” e che siano “dissuasive e appropriate” in caso di frode alimentare.
“Va poi chiarito all’opinione pubblica - ha concluso il presidente di Confagricoltura - che si tratta di casi di frode lungo la filiera alimentare e non a livello di aziende agricole. Gli agricoltori hanno lavorato duramente per garantire un efficace sistema di tracciabilità delle carni bovine. Per questo sollecitiamo che la Commissione Europea faccia in modo che il sistema di tracciabilità sia applicato capillarmente lungo tutta la filiera, per tutte le carni ed ingredienti”.

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