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“NEL SUD ITALIA IL 27% DELLE FAMIGLIE NON PUÒ AVERE L’APPORTO DI PROTEINE SE NON OGNI 3 GIORNI. CONSUMI COME AI TEMPI DI GUERRA”. COSÌ CONAD, CHE “ADOTTA” 1.000 FAMIGLIE BISOGNOSE DI SANT’EGIDIO. E RIESPLODE LA GRANA-BUONI PASTO ...

“Nel Sud Italia il 27% delle famiglie non è in condizioni di avere l’apporto di proteine (carne, uova, legumi) se non ogni tre giorni. Il carrello della spesa si é alleggerito. E in termini di consumi siamo tornati non agli anni Cinquanta, ma al periodo di guerra. Il 45% di chi lavora si porta il cibo da casa”. Così, il dg Conad Francesco Pugliese alla presentazione del Report 2012 e Piani di sviluppo 2013 della catena della distribuzione moderna attiva nel Centro Sud attraverso la cooperativa Pac 2000A, leader in Umbria, Calabria e Lazio, che ha “adottato” 1.000 famiglie bisognose della Comunità di Sant’Egidio, e lancia l’allarme anche sulla questione dei buoni pasto. E per il futuro il gruppo, che resiste alla crisi con un fatturato 2012 pari a 2,4 miliardi di euro a +8,5% sul 2011, ha già in progetto di aprire entro giugno 4 punti vendita in altrettante grandi stazioni che porterà 100 nuovi occupati: Milano Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini e Napoli Centrale.
“A testimoniare il periodo di restrizione della spesa familiare per acquisti alimentari - spiega Pugliese - il fatto che il 45% di chi lavora si porta il cibo da casa, pur avendo i buoni spesa-ticket”. Un freno ai consumi arriva anche dalla crisi percepita: secondo un’indagine dell’ultimo trimestre 2012 per Conad, il 29% degli italiani ha paura di perdere il posto di lavoro, mentre il 23% degli intervistati non può, non riesce proprio, a risparmiare, e di questi il 65% risiede al Centro Sud. “In questo momento 1 famiglia su 4 - sottolinea il dg Conad - sembra non aver proprio bisogno di un carrello per far la spesa. Per trarre risposte coerenti con i territori dove stiamo operando abbiamo lanciato la campagna nazionale “Bassi e fissi” che, fino a giugno, propone sottocosto su prodotti di uso quotidiano, con una rinuncia al margine che corrisponde ad un investimento per il gruppo cooperativo tra i 150 e i 200 milioni di euro. Con l’iniziativa inoltre abbiamo poi “adottato” mille famiglie in otto centri della Comunità di Sant’Egidio con la distribuzione di mille panieri con 21 prodotti Conad”.
Per il futuro, alla presentazione del Report 2012, Francesco Pugliese annuncia anche che fare la spesa con prodotti tipici di territorio sarà possibile anche per i viaggiatori su rotaia. Conad sta aprendo, infatti, quattro punti vendita a insegna “Sapori&Dintorni”, figli di un accordo con Grandi Stazioni, a Milano Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini e Napoli Centrale. L’iniziativa darà lavoro a 100 nuovi occupati. Entro la fine di giugno, nelle gallerie commerciali di queste quattro stazioni anche i turisti che optano per gli spostamenti in treno avranno così una nuova occasione di conoscere le eccellenze agroalimentari italiane, oltre 4.000 prodotti in assortimento e le 500 eccellenze alimentari locali selezionati nella linea “Sapori&Dintorni”.
Ma c’è anche il presente, e nell’occasione Conad sottolinea i problemi legati ai buoni pasto: “bisogna che il governo - sottolinea il presidente Conad e di Pac 2000A Claudio Alibrandi - affronti la questione buoni pasto, sui quali aleggia un vuoto politico che determina un aggravio ormai insostenibile per la distribuzione moderna. Le commissioni pesano mediamente il 10-12%, talvolta il 20%. E assistiamo impotenti a forme di evasione fiscale e previdenziali. Nascono persino iniziative simili ai “Compro oro”: alcuni supermarket, di altre insegne, ritirano ad esempio buoni nominalmente del valore di 300 euro, dando cash per 250 euro. E per chi porta questi buoni non c’è nemmeno vincolo all’acquisto alimentare in quel punto vendita. Questo problema va affrontato. Il tema - secondo Alibrandi - è particolarmente caldo nel Lazio dove l’incidenza dei buoni pasto è altissima, in particolare a Roma dove il socio imprenditore del gruppo cooperativo è più condizionato nel doverli accettare in un’ottica di servizio al cliente e nella speranza di mantenere la fedeltà delle famiglie all’insegna, visto anche l’alto numero dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Ci sono soci - conclude il presidente Pac 2000A - che non accettano più i buoni, pur rinunciando al fatturato. Del resto la redditività è sempre più bassa a fronte di una gestione spesso rischiosa con buoni falsi, buoni che vanno persi, ritardi nei pagamenti. L’auspicio è che il nuovo governo si faccia carico del tema”.

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