Dal vino al miele, dalla pizza alle sfide a suon di padelle, dall’olio ai biscotti fino allo zafferano, sono molti i progetti dove il wine & food sale in cattedra nelle carceri e la riabilitazione passa anche dai prodotti della terra. Fra queste anche l’“avventura” che sta per sbarcare a Sollicciano, il carcere maschile “Mario Gozzini” di Firenze, dove la terra ci mette del suo per “liberare” e dare una nuova opportunità ai detenuti, grazie all’arrivo di una vera e propria “succursale” dell’Istituto professionale e tecnico agrario di Firenze. Da settembre, infatti, sarà attivo l’indirizzo professionale in “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” dell’Istituto agrario fiorentino, che consentirà ai detenuti della Casa circondariale il conseguimento del diploma triennale, grazie a questa iniziativa promossa dalla Provincia di Firenze.
“Siamo orgogliosi dell’avvio di questo corso che la Provincia ha richiesto - spiega l’assessore all’Istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede - questo sarà il primo indirizzo agrario attivo all’interno di una casa circondariale in Toscana”. Il corso avrà durata triennale per 1.800 ore complessive, ugualmente divise tra lezioni teoriche in aula ed attività pratiche, che si svolgeranno in ambienti interni alla stessa struttura di Solliccianino: una serra per le coltivazioni, un piccolo vigneto ed altre aree verdi su cui fare esercitazioni ortofrutticole o di manutenzione del verde.
Tutte le attività previste nel nuovo indirizzo agrario si andranno a sommare ai corsi professionalizzanti già presenti. “Il corso porterà un doppio beneficio - spiega la direttrice della Casa Circondariale “Mario Gozzini”, Margherita Michelini - e non solo darà competenze spendibili sul mercato del lavoro, ma lo stesso rapporto con l’agricoltura ha un intervento terapeutico per il futuro inserimento nella società da parte dei detenuti”.
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