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AGRICOLTORI PIÙ PREOCCUPATI DEL RESTO DELL’ITALIA SULLA CRISI. PER IL 62% “IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE” E PER IL 48% “LA CRISI È PIÙ GRAVE DI QUELLO CHE SI PENSA”. SCARSO L’INTERESSE DELLA POLITICA PER LE IMPRESE AGRICOLE. COSÌ CONFAGRICOLTURA

Gli imprenditori agricoli sono particolarmente preoccupati rispetto al resto della popolazione sulla crisi che il Paese sta attraversando. Il 62% infatti, 2 imprese su 3, ritiene che “il peggio deve ancora arrivare” e per quasi la metà, il 48%, “la crisi è più grave di quello che si pensa”. Il mondo agro-alimentare ritiene che vi sia uno scarso interesse da parte del mondo politico, istituzionale e dei media verso le imprese agricole (per ben il 90% il livello di attenzione è scarso o nullo), ma anche i cittadini appaiono distanti. Così Confagricoltura sui dati di uno studio dell’Ipsos, sul sentiment degli imprenditori rispetto alla situazione economica e politica.

“Partendo dallo studio dei problemi “di contesto” - spiega Mario Guidi, presidente di Confagricoltura - in cui operano le imprese, elaborato dall’Ipsos, abbiamo voluto richiamare l’attenzione sui modi e sui comportamenti per accelerare il superamento di una fase complessa come quella attuale che, partendo dall’esito elettorale, si allarga alle imprese ed ai corpi intermedi”.
Secondo l’indagine, effettuata su un campione di 350 imprese agricole, sparse sul territorio nazionale che riflette il sentiment degli imprenditori associati rispetto alla situazione economica e politica, gli imprenditori agricoli sono particolarmente preoccupati rispetto al resto della popolazione sulla crisi che il Paese sta attraversando. Infatti, il 62%, 2 imprese su 3, ritiene che “il peggio deve ancora arrivare” e per quasi la metà, il 48%, "la crisi è più grave di quello che si pensa”. L’indagine effettuata da Ipsos su un campione di 350 imprese agricole, sparse sul territorio nazionale,. Il mondo agro-alimentare ritiene che vi sia uno scarso interesse da parte del mondo politico, istituzionale e dei media verso le imprese agricole (per ben il 90% il livello di attenzione è scarso o nullo), ma anche i cittadini appaiono distanti. “Nonostante ciò, l’agricoltura resta un settore fondamentale per il nostro sistema economico - sottolinea Guidi - ci sono imprese in difficoltà, ma che riescono a mettere sul mercato prodotti d’eccellenza e restare competitive. Per questo al futuro bisogna guardare con fiducia: richiamando il tema della giornata di oggi, proprio la fiducia, insieme ad un’azione responsabile, consente quella rappresentanza efficace che i corpi intermedi possono garantire”.

Le associazioni di rappresentanza, spiega Confagricoltura, devono fare sempre di più perché il loro ruolo, della cui importanza lo studio evidenzia una chiara percezione, cresca nel futuro. Nei confronti del governo emerge poi un’immediata richiesta di riduzione della pressione fiscale, sia per le famiglie sia per le imprese, mentre nel medio termine l’attenzione si concentra sull’accesso al credito e sulla lotta alla contraffazione. Sul fronte politico “le ultime elezioni hanno cambiato profondamente il panorama della politica italiana. Il successo del Movimento 5 Stelle è il risultato di un eccezionale livello di volatilità elettorale. Un elettore italiano su due ha cambiato voto rispetto alle elezioni del 2008. Nemmeno nel 1994 si è verificata una volatilità così elevata”. Per il Prof. D’Alimonte, docente alla Luiss Guido Carli, è questo l’indicatore di quanto sia fluido il comportamento politico in questa fase critica della democrazia italiana, in cui una larga parte dell'elettorato esprime una forte domanda di cambiamento. “A questa domanda - sottolinea D’Alimonte - non sono riusciti a rispondere i partiti tradizionali. Ancora una volta, come nel 1994, la sinistra non ha saputo cogliere l'opportunità di forgiare un nuovo blocco elettorale maggioritario in una situazione politicamente favorevole. Si è presentata a questo appuntamento con un’offerta politica inadeguata che ha raccolto meno del 30 % dei voti alla Camera. Il resto lo ha fatto il sistema elettorale del Senato”.

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