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IN ITALIA FINISCONO NELLA PATTUMIERA 12,3 MILIARDI DI EURO DI CIBO L’ANNO. 1 MILIARDO DI EURO DI CIBO VIENE RECUPERATO E NEL FUTURO L’OBIETTIVO È PORTARE SULLA TAVOLA DEI POVERI ALTRI 6 MILIARDI. ECCO LO SPRECO FOTOGRAFATO DA BANCO ALIMENTARE

Ogni anno in Italia vengono buttati via e non sono più recuperabili per uso alimentare 5,5 milioni di tonnellate di cibo corrispondenti a 12,3 miliardi di euro, tuttavia, già oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato e, per il futuro, l’obiettivo è portare sulla tavola dei poveri altri 6 miliardi di euro. Ecco i dati dello spreco alimentare nel Belpaese del Banco Alimentare della Toscana emersi dall’indagine “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”, realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia (Edizioni Guerini e Associati), che sarà presentata al convegno di scena il 2 maggio all’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
“L’eccedenza e lo spreco alimentare - sottolinea Leonardo Carrai presidente del Banco Alimentare della Toscana - sono ormai una vera emergenza non solo nazionale ma anche locale: basti pensare che in Toscana, secondo una nostra stima, ogni cittadino spreca ogni anno circa 90 chili di cibo (leggermente meno della media nazionale che è di 94) e, in tutta la regione, lo spreco è indicativamente di circa 340.000 tonnellate corrispondenti ad un valore di 3,75 milioni di euro. La povertà e il disagio sociale stanno aumentando vertiginosamente ogni giorno e abbiamo assoluto bisogno di accrescere il numero delle imprese che possano offrirci le loro eccedenze ma anche di volontari per sostenerci in questa attività, che è unica in Italia”.
La ricerca, che in questi mesi viene presentata nelle maggiori città italiane con lo scopo di sensibilizzare sul tema, rileva come in Italia la quantità di alimenti prodotta in eccesso e dunque recuperabili raggiunga i 6 milioni di tonnellate (pari al 17,4% dei consumi annui) per un valore economico di 13 miliardi di euro. La ragione principale di queste eccedenze è il disallineamento tra domanda e offerta e la non conformità del prodotto agli standard di mercato. Ad oggi, gran parte dell’eccedenza alimentare diviene spreco a livello sociale, cioè non viene recuperata per il consumo umano e solo una piccola parte - poco più del 6% - e donata a food banks ed enti caritativi.
Cos’è e cosa fa il banco alimentare della toscana? L’Associazione Banco Alimentare della Toscana Onlus (nata nel 1996) è una delle 21 organizzazioni territoriali della rete Banco Alimentare che fanno capo alla “Fondazione Banco Alimentare”. Lo scopo è la raccolta delle eccedenze di produzione, agricole e dell’industria, specialmente alimentare (tra cui olio, pasta, riso, latte) e la redistribuzione delle stesse ad Enti ed Associazioni che si occupano di assistenza e di aiuto ai poveri ed agli emarginati. I prodotti alimentari eccedenti, di norma, sono destinati alla distruzione e il loro smaltimento genera gravi costi economici, danni sociali e ambientali a carico non solo della filiera produttiva, ma dell’intera collettività. Nel 2012 il Banco ha aiutato 576 strutture caritative convenzionate, 101.341 persone bisognose (nel 2011 erano 80.000 con un aumento del 26%) e ha distribuito 3.131 tonnellate di prodotti provenienti da aziende, dalla grande distribuzione e, in primo luogo, dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). È stato creato anche il servizio “Siticibo” che consiste nel recuperare ogni giorno, con un veicolo frigorifero, le eccedenze di prodotti freschi da distribuirle immediatamente agli assistiti e alle mense delle associazioni di volontariato. Lo scorso anno questo servizio, che e’ in forte crescita, ha permesso la distribuzione di 30.000 pasti. La grave congiuntura e il conseguente aumento dell’emergenza sociale fanno prevedere che, per questo 2013, le persone assistite aumenteranno complessivamente del 15-20%.
Info: www.bancoalimentare.it

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