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NEL MONDO OGNI ANNO, DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE, SI SPRECANO 1,3 MILIARDI DI TONNELLATE DI CIBO (MILLE MILIARDI DI DOLLARI). COSÌ L’UNEP, AGENZIA DELL’ONU PER L’AMBIENTE, CHE METTE E RECUPERA SUL WEB I METODI TRADIZIONALI DI CONSERVAZIONE DEL CIBO

Ogni anno nel mondo un terzo del cibo prodotto viene gettato durante uno dei passaggi dal produttore al consumatore. Questi 1,3 miliardi di tonnellate di derrate alimentari del valore di mille miliardi di dollari, sarebbero sufficienti a nutrire gli 870 milioni di persone che ogni giorno non hanno da mangiare, oltre a rappresentare uno “spreco” di emissioni di Co2. A dirlo è l’Unep, l’agenzia dell’Onu per l’ambiente, che ha scelto il tema della “impronta alimentare” per la giornata mondiale per l’Ambiente che unirà il globo il 5 giugno, e che lancia il sito internet che raccoglie tutti i modi di conservazione degli alimenti, riscoprendo i metodi tradizionali.

L’iniziativa ha riscoperto ad esempio la pratica dell’esercito di Gengis Khan di essiccare così tanto la carne da far ridurre una mucca alle dimensioni di un pugno, o quella ancora usata dagli inuit di preparare il Kiviak-a facendo fermentare la carne di un piccolo uccello marino all’interno di un sacco di pelle di foca. “Ridurre il cibo sprecato è una sfida economica, etica e ambientale - spiega Achim Steiner, direttore generale dell’Unep - uno dei modi è guardare a come culture meno “sprecone” danno valore a ogni singolo boccone, e valutare come imitarle”.

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