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IL BIO BATTE LA CRISI (+7,3% NEL 2012) MA LA PIRATERIA È IN AGGUATO E IL SETTORE FA SEMPRE PIÙ GOLA. BISOGNA AUMENTARE I CONTROLLI. COSÌ LA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI SUL MAXISEQUESTRO DI SOIA INDIANA, PANELLO E OLIO TURCHI CONTAMINATI

Continuano gli attacchi della pirateria a uno dei segmenti più dinamici dell’agroalimentare. Nonostante la crisi, infatti, il biologico continua ad accrescere il suo “appeal” (consumi a +7,3% nel 2012), tanto che oggi 3 italiani su 4 dichiarano di acquistare prodotti bio almeno 1 volta al mese. Ma è proprio lo stato di salute crescente di questo segmento, che nel mondo ha un giro d’affari di 55 milioni di dollari, a “fare gola” ai professionisti del falso. Ecco perché sono molto importanti operazioni come il maxisequestro di stamattina ad opera della Guardia di Finanza e dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole, che ha portato alla confisca di 800 tonnellate di semi di soia provenienti dall’India e di 340 tonnellate di panello e olio di colza turchi, falsamente certificati come “bio” e contaminati da sostanze fitosanitarie nocive. Ora più che mai è necessario mantenere alta l’attenzione sul settore, intensificando i controlli soprattutto sui prodotti importati da Paesi terzi non in equivalenza. Ecco l’appello della Cia-Confederazione italiana agricoltori.

In Italia la spesa per il “bio” è aumentata nel 2012 del 7,3%, mettendo a segno il settimo aumento tendenziale consecutivo, sottolinea la Cia, e alimentando così un giro d’affari che in Italia vale 3 miliardi di euro, ma che a livello mondiale ha raggiunto la quota di 55 miliardi di dollari l’anno. Ma proprio perché si tratta di un mercato in continua espansione il settore del biologico è sempre più spesso vittima di truffe di questo genere. Per questo, oggi bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche “ad hoc” che controllino i mercati. Bisogna adottare “tolleranza zero” nei confronti di chi mette a rischio la sicurezza alimentare dei consumatori e mina la credibilità dell’intero sistema agroalimentare nazionale. È indispensabile, per questo, inasprire sanzioni e pene, continua la Cia, e lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. Soprattutto sono necessari più controlli sui prodotti importati dai Paesi non in equivalenza, dove cioè i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri, prestando ancora più attenzione ad autorizzazioni e certificati di conformità degli importatori.

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