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TASK FORCE DI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA (E NON SOLO) OGGI, IN PIAZZA A MONTECITORIO, PER UN’“ITALIA LIBERA DA OGM”. “CHIEDIAMO AL GOVERNO DI ESERCITARE LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA CHE VIETEREBBE LA MESSA A COLTURA DI PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE”

Una task force di associazioni di categoria assieme ad imprenditori agricoli, ambientalisti e cittadini si è riunita oggi, in piazza a Montecitorio, per chiedere al governo italiano di mettere al bando le colture biotech. Il provvedimento, già sollecitato da tutti i gruppi parlamentari al Senato con una mozione votata all’unanimità, è stato adottato da tempo da diversi Paesi.

“La contrarietà agli Ogm - afferma Giuseppe Politi, presidente Cia - non scaturisce da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che l’utilizzazione di biotech può annullare la nostra idea di agricoltura. L’agricoltura italiana, che si fonda sulla tipicità, la qualità e su un’eccezionale biodiversità, non ha assoluto bisogno degli Ogm. E semine biotech rappresentano nel nostro Paese un atto illegale poiché vanno contro le norme vigenti. È, quindi - conclude Politi - indispensabile che il governo decida subito sulla clausola di salvaguardia”.

“La non definitiva risoluzione della vicenda Ogm va avanti ormai da troppo tempo - sottolinea Coldiretti - e questa deve essere l’occasione per chiudere definitivamente una questione sulla quale cittadini, agricoltori, rappresentanze economiche e sociali, Regioni ed il Parlamento si sono espressi già tantissime volte”

“Il problema non è essere favorevoli o contrari agli Ogm, il problema è fare chiarezza normativa e dare fiducia alla ricerca scientifica. I tempi della politica e della magistratura non sono quelli delle imprese e dei cittadini - sottolinea Mario Guidi, presidente di Confagricoltura - non credo che siano utili le manifestazioni di piazza che alimentano il clima da guerra di religione e non favoriscono un dibattito costruttivo e basato su elementi scientifici. I problemi sono altri, gli alimenti con prodotti Ogm sono già sulle nostre tavole, da anni, ma gli agricoltori italiani non possono coltivarli. I maiscoltori attendono di sapere se potranno essere applicate le norme europee da noi impedite dalla caccia alle streghe e se potranno o meno utilizzare una nuova tecnologia diffusa in tutto il mondo”.

Della task force “Liberi da Ogm” faceva anche parte Slow Food: “da anni - dichiara Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia - chiediamo ai diversi Governi di applicare la clausola di salvaguardia. Solo un mese fa il Senato si è espresso approvandola all’unanimità. Adesso spetterebbe ai Ministeri competenti dar seguito a questo importante atto. Invece, dopo la sentenza della Corte Europea, ci ritroviamo in una situazione di vuoto legislativo che ha già dato l’avvio a semine non autorizzate, come accaduto nella primavera 2010: per noi sono atti di provocazione gravissimi. Per la prima - prosegue - volta le associazioni che fanno parte della Task Force hanno deciso di radunare tutto il fronte del no agli Ogm davanti ai luoghi del potere legislativo ed esecutivo, con la convinzione che questo sia un momento decisivo per la salvaguardia della biodiversità italiana, per il nostro patrimonio agricolo, per la sovranità alimentare del nostro Paese e quindi per la nostra stessa economia e cultura. O si agisce adesso - conclude Burdese - o aumenterà il caos dovuto al vuoto legislativo e alle diverse interpretazioni che questo consente”.

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