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“LA NUOVA PAC NON SARÀ SOLO PIÙ GIUSTA E PIÙ VERDE MA AVRÀ A DISPOSIZIONE NUOVI STRUMENTI PER RAFFORZARE GLI AGRICOLTORI E STIMOLARE LA QUALITÀ”. COSÌ IL COMMISSARIO UE ALL’AGRICOLTURA CIOLOS. FOCUS: A CHI PIACE E A CHI NON PIACE LA RIFORMA

Non Solo Vino
Il commissario Agricoltura Ue Dacian Ciolos

“La nuova Politica Agricola Comune non sarà solo più giusta e più verde ma avrà a disposizione nuovi strumenti per rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena alimentare e stimolare la crescita della produzione di qualità in Europa”. Così il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos che sottolinea come la nuova Pac permetterà ai produttori italiani ed europei di olio d’oliva, di negoziare collettivamente contratti di vendita dei loro prodotti in modo da riuscire ad ottenere un maggiore beneficio economico. Saranno incoraggiati a farlo anche chi produce latte, grano duro, carne di manzo, zucchero e anche il settore dei vini d’origine può contare su nuove misure.

Sul fronte della qualità, Ciolos porta l’esempio dei prosciutti europei a denominazione d’origine i cui Consorzi potranno con la nuova Pac programmare la loro produzione come deciso per i grandi marchi di formaggi. Il Consorzio del Prosciutto di Parma’ si è subito “rallegrato di una decisione che attendevano da anni”. “L’obiettivo - spiega il commissario - é permettere di intervenire in determinate situazioni di mercato per limitare il volume di produzione, in modo da mantenere elevato livello di qualità del prodotto evitando una caduta dei prezzi. Anche il settore dei vini d’origine può contare - conclude Ciolos - su nuovi strumenti per regolamentare il potenziale di produzione puntando ad uno sviluppo equilibrato e sostenibile del settore. È una decisione “eccellente” dice il presidente della Federazione europea dei vini di origine Riccardo Ricci Curbastro.


Focus - La nuova Pac: favorevoli e contrari

Una riforma attesa che alla fine è arrivata, ma non tutti hanno espresso un parere favorevole all’accordo raggiunto. Ecco allora i favorevoli e i contrari, a chi piace e a chi non piace, la nuova Politica Agricola Comune.


I contenti:

Aicg, l’Associazione dei Consorzi Italiani ad Indicazione Geografica: al termine di un laborioso e complesso negoziato, la Commissione, il Parlamento ed il Consiglio dei Ministri europei hanno finalmente trovato un accordo politico sulle richieste italiane sull’Ocm unica nella Riforma della Pac e definito quindi le basi per una norma che consentirà ai prosciutti Dop di regolamentare le produzioni tutelate in funzione dell’andamento del mercato. “È con enorme piacere - sottolinea il presidente dell’associazione Giuseppe Liberatore - che Aicig accoglie la decisione di Bruxelles che, sulla Riforma della Pac, ha previsto una norma che permetterà di regolamentare l’offerta dei prosciutti Dop. Dopo anni di paziente lavoro a fianco dei Consorzi di Parma e San Daniele, Aicig si rallegra che Commissione, Parlamento e Consiglio dei Ministri europei abbiano recepito le istanze italiane sostenute con determinazione dal nostro Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Un particolare ringraziamento va riservato al Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, per l’impegno e la tenacia con cui ha guidato le negoziazioni su questo argomento, sostenuto dai colleghi onorevole Dorfmann e onorevole Scottà. Questo importante successo corona il lavoro di squadra dei Consorzi di tutela italiani. Fare sistema è un modo per portare all’attenzione delle istituzioni nazionali e comunitarie le esigenze dei prodotti di qualità, simboli eccellenti del made in Italy agroalimentare”.

Agrinsieme (Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari): l’accordo politico sulla riforma della Pac raggiunto a Bruxelles dopo quasi due anni di lungo e complesso negoziato, rappresenta un notevole passo in avanti rispetto alla proposta iniziale della Commissione del novembre 2011. “Sono stati migliorati tantissimi aspetti - spiega il coordinatore di Agrinsieme Giuseppe Politi - di una riforma nata male e che nel disegno dell’Esecutivo comunitario risultava fortemente penalizzante per le nostre imprese. Dobbiamo questi miglioramenti all’intensa attività negoziale del Parlamento Europeo, per la prima volta coinvolto a pieno titolo ad approvare una riforma così complessa, della Presidenza di turno irlandese e dello staff degli uffici del Ministero delle Politiche Agricole che ha seguito il dossier. Rileviamo inoltre con soddisfazione - continua Politi - che buona parte delle istanze proposte da Agrinsieme sono state considerate nell’accordo politico raggiunto. Ora occorre concentrarsi senza indugio sui diversi ambiti applicativi della riforma, delegati all’Italia ed agli altri Stati membri. Evitiamo come nel passato di ridurci all’ultimo momento con scelte affrettate e non concertate. Su questo punto ci attendiamo dal Ministro De Girolamo un forte coinvolgimento del mondo delle organizzazioni delle imprese e delle cooperative agricole. Agrinsieme è, come sempre, pronto a dare il suo contributo a tutela delle imprese associate”.

Coldiretti: “l’accordo sulla riforma della Politica Agricola premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in un a black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi”. Così il presidente Coldiretti Sergio Marini sull’accordo politico raggiunto dal team dei negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione sulle proposte di regolamento di riforma della Politica Agricola Comune. “Sensibili miglioramenti - spiega Marini - sono stati ottenuti anche per l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori. Nei vari passaggi dal nostro Summit a Roma con il commissario all’agricoltura Dacian Ciolos agli incontri con i colleghi di tutte le principali Organizzazioni agricole europee fino al meeting di poche settimane fa a Bruxelles con il Presidente del Consiglio agricoltura e pesca del Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, la proposta è andata migliorando. Certamente - continua Marini - rimane un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura ma l’applicazione nazionale demandata al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che ha chiuso positivamente per l’Italia il negoziato, potrà compensare il disagio nell’orientare le risorse verso i veri agricoltori. L’accordo valorizza, infatti, il ruolo dei veri imprenditori agricoli stabilendo che possano beneficiare del sostegno solo gli agricoltori attivi e come richiesto da Coldiretti saranno gli Stati membri a definire gli aventi diritto”.


Gli scontenti:

Associazioni del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologica: “l’accordo finale del trilogo europeo (Parlamento, Consiglio e Commissione) sulla riforma della Politica Agricola Comune è una delusione per le 14 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Federbio - Upbio, Firab, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slow Food, Touring Club Italiano, Pro Natura, Società Italiana Ecologia del Paesaggio, Wwf). Per le Associazioni si tratta nella sostanza di una falsa riforma che non avrà sostanziali ricadute positive sulla tutela dell’ambiente, sulla salute dei cittadini, sulla competitività e l’innovazione delle imprese agricole italiane ed europee. “Molte parole e pochi fatti concreti - sottolinea la portavoce del Tavolo Maria Grazia Mammuccini - per una falsa riforma della Pac che non aiuta né l’ambiente né l’economia, confermando i sussidi all’agricoltura industriale ed i vecchi privilegi senza introdurre vere innovazioni per una maggiore competitività e sostenibilità ambientale ed economica delle nostre imprese agricole. In questo momento di crisi economica era necessaria una svolta radicale per l’agricoltura europea ed italiana verso un nuovo modello in grado di premiare le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e capacità di creare lavoro per i giovani. Questo si aspettavano i cittadini Europei e invece ancora una volta si è perso un’occasione storica di cambiamento”. Sono numerosi i motivi di delusione per le 14 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica per un’annunciata riforma della Pac che non avrà nella quotidiana gestione delle pratiche agricole delle effettive ricadute positive per la tutela della biodiversità, il contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile dell’acqua, il sostegno all’agricoltura biologica e multifunzionale, come ad esempio la spesa minima obbligatoria per le misure agro-climatiche-ambientali, le direttive Ue su acqua e pesticidi, le Aree d’interesse ecologico (Efa), il Greening e diversificazione delle colture e il nessun reale rafforzamento del secondo pilastro sullo sviluppo rurale vero strumento strategico per le imprese agricole e per il territorio.

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