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IL CREDITO ALLE IMPRESE AGRICOLE SUBISCE UN’ALTRA CONTRAZIONE: NEL PRIMO TRIMESTRE 2013 FINANZIAMENTI GIÙ DEL 4% SULLO STESSO PERIODO DEL 2012. MA PER LE IMPRESE DEL CENTRO E DEL NORD ITALIA I CORDONI DEL CREDITO TORNANO AD ALLENTARSI ...

Timidi segnali di ripresa, da prendere con le dovute precauzioni, ma che raccontano una misurata inversione di tenenza, almeno nel settore primario, capace di allentare i cordoni della stretta creditizia: si può riassumere così l’analisi di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) sui dati della controllata Sgfa (Società di gestione fondi per l’agroalimentare) sul primo trimestre 2013 che, dopo un 2012 che ha visto sottrarre al settore primario finanziamenti bancari per un valore di oltre 600 milioni di euro, limita i danni, con una contrazione del credito di un’ulteriore 4% (20 milioni in meno dello stesso periodo del 2012). Bilancio ancora negativo quindi, ma il problema, a differenza del 2012, adesso riguarda solo le aziende agricole del Sud Italia e delle Isole, che hanno visto crollare i finanziamenti bancari, rispettivamente, del 42% e del 30%, mentre, nel Centro e nel Nord la dinamica del credito si è rivelata positiva (rispettivamente del +15% e del +5%).
In questo contesto, spiega Ismea, le aziende del Nord intercettano oggi il 72% del credito complessivo, mentre il Mezzogiorno e le Isole solo il 14%, nonostante il maggior numero di imprese agricole presenti sul territorio. Relativamente alle finalità dei finanziamenti, come si evince dall’analisi, calano i prestiti per la gestione corrente e per la ristrutturazione, mentre aumentano quelli destinati agli investimenti la cui quota supera l’80%. Si tratta di un segnale incoraggiante, sottolinea l’Istituto, che dimostra la presenza di un nucleo di aziende virtuose capaci di guardare al futuro con ottimismo, nonostante le difficoltà legate alla restrizione del credito dell’ultimo quinquennio e alla situazione di incertezza che il Paese sta vivendo.
L’evoluzione complessivamente negativa del credito trova conferma anche dall’indagine qualitativa condotta a marzo dall’Istituto su un panel di aziende agricole e agroindustriali. Tra i motivi che scoraggiano le aziende a rivolgersi agli Istituti bancari emerge, dalle dichiarazioni degli operatori interpellati, la richiesta di garanzie sempre più gravose, l’innalzamento dei tassi di interesse e l’allungamento dei tempi di istruttoria e procedurali.

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