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CON CRISI CRESCE CIBO SPAZZATURA E AUMENTA RISCHIO OBESITÀ. LA CIA OSSERVA COME CROLLO DI REDDITO E POTERE D’ACQUISTO HANNO PORTATO LE FAMIGLIE AD OPTARE PER PRODOTTI DI PIÙ BASSA QUALITÀ. LA CIA: EDUCAZIONE E PROMOZIONE DI CORRETTA ALIMENTAZIONE

Con la crisi aumentano i problemi legati a sovrappeso e obesità. Calando di netto sia il potere d’acquisto (-4,7% nel 2012) che il reddito disponibile (-2%), le famiglie sono costrette a “tagliare” anche sulla tavola, modificando i propri comportamenti alimentari pur di risparmiare. Oggi il 34% degli italiani (7,4 milioni) ammette di optare per cibi di qualità inferiore perché sono molto più economici, mentre nelle dispense si moltiplicano cibi in scatola e surgelati e si ricorre sempre più spesso al “junk food” (+7% in un anno). Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, per la “Giornata mondiale contro l’Obesità”.
Ma il consumo di “cibo spazzatura” (anche detto a “calorie vuote”, proprio perché privo di nutrienti essenziali come vitamine, fibre, aminoacidi e minerali) aumenta i rischi per l’obesità, soprattutto infantile, e altre malattie croniche legate alla dieta - spiega la Cia - mentre gli acquisti di ortofrutta continuano a calare in quantità (-3% la frutta e -1,8% gli ortaggi, nei primi 8 mesi 2013) e oggi ben il 22% dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano frutta e verdura quotidianamente. Ecco perché ora più che mai bisogna investire realmente su una cultura alimentare che privilegi l’ortofrutta in un’ottica di prevenzione e tutela della salute. D’altronde - ricorda la Cia - già oggi i costi sociali dell’obesità toccano, in Italia, gli 8,3 miliardi l’anno.
Non solo: ormai nel Paese il 12% dei bambini è obeso e nella fascia d’età tra i 6 e gli 11 anni ben uno su tre è in sovrappeso. Bisogna incoraggiare, sostenere e promuovere un’alimentazione sana e corretta con campagne mirate di informazione ed educazione, come “frutta nelle scuole” - conclude la Cia - estendendo il modello anche alle famiglie e puntando sull’appeal di quegli ortofrutticoli che già oggi regnano incontrastati sulle tavole degli italiani. Ovvero la mela (825.000 tonnellate vendute ogni anno) e l’arancia (605.000), la patata (722.000 tonnellate) e il pomodoro (575.000).

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