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LA CUCINA ITALIANA FA SCUOLA IN UNO DEI COLLEGE PIÙ ESCLUSIVI D’AMERICA: HARVARD. IL TEMPIO DEL MANAGEMENT E DEL BUSINESS AVRÀ INFATTI COME PROFESSORE LO CHEF OLDANI PER SPIEGARE COME “FAR QUADRARE I CONTI, TRA ALTA CUCINA E PREZZI ACCESSIBILI”

Non Solo Vino
Davide Oldani

La cucina italiana fa scuola in uno dei college più esclusivi d’America: Harvard. Il tempio del management e del business avrà infatti come professore lo chef Davide Oldani (primo cuoco italiano in assoluto ad assere invitato) per spiegare come “far quadrare i conti, tra piatti di alta cucina e prezzi accessibili”.
Ancora una volta, quindi, l’italianità - stavolta declinata come eccellenza culinaria (e anche gestional-manageriale) - ha prevalso, e così Davide Oldani - per il decennale del suo ristorante “D’O” - è stato invitato ad Harvard dal professor Gary Pisano per svelare agli studenti della celebre università i segreti del business in cucina, a cominciare dalla mitica cipolla caramellata o il trancio di trippa fondente in salsa agrodolce (dei “must” richiestissimi, con un costo di materia prima contenuto).
Ma, ad Harvard, Oldani ha abbandonato la “toque” candida da cuoco per indossare i panni del professore. Il patron di “D’O” è infatti stato chiamato a Cambridge per tenere una lezione sul piccolo “miracolo economico” della sua Cucina “Pop”. Passione, curiosità, voglia di crescere e di “vivere intensamente” sono infatti le motivazioni che spingono lo chef a fare il consulente per l’industria. “Da tempo - racconta - ho la partita Iva e fatturo le mie prestazioni professionali. Un’attività distinta dal ristorante che gestisco con rigorosi criteri manageriali, organizzativi e di planning, essendo molto attento ai costi in modo da offrire un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Cambio la carta quattro volte l’anno, ma non per seguire le mode. Amo la stagionalità, anche perché i prodotti freschi che ogni giorno mi portano i fornitori di fiducia costano meno. Risparmio sulle materie prime, un ingrediente chiave per chi fa una cucina di qualità, ma alla portata di tutti, anche se ho imparato il mestiere nelle cucine delle tre stelle Michelin”.

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