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IL CICLONE CLEOPATRA METTE IN GINOCCHIO LA SARDEGNA. IN SOLE 24 ORE E’ CADUTO IL QUANTITATIVO DI PIOGGIA DI 6 MESI CON PUNTE. PER COLDIRETTI “306 COMUNI SARDI SU 377 A RISCHIO IDROGEOLOGICO”. DANNI PESANTI ALL’AGRICOLTURA

Il ciclone Cleopatra mette in ginocchio la Sardegna. In sole 24 ore è sceso un quantitativo di pioggia pari a sei mesi con punte di 450 millimetri nella zona di Orgosolo nelle ultime 12 ore. Per la Coldiretti: “306 comuni sardi su 377, pari al 81% del totale, ci sono porzioni di territorio ad elevato rischio idrogeologico per frane e alluvioni”. “Vista la quantità di acqua caduta, non ci sono territori al riparo”, dichiara Franco Gabrielli, il capo della Protezione civile nazionale, dalle prime ore del mattino in Sardegna a coordinare le operazioni di soccorso. Il bilancio provvisorio della Protezione civile regionale indica 16 vittime, di cui 13 tra Olbia e provincia, e 2 dispersi nel Nuorese, uno a Onanì e l’altro a Torpè. Il Governo ha dichiarato lo Stato di emergenza e ha stanziato 20 milioni di euro per i primi aiuti mentre altri 5 milioni di euro arriveranno dalla Giunta Sarda. Le zone più colpite restano Olbia e l’intera Gallura, la Baronia, sulla costa centro-orientale, il nuorese e alcuni aree del Campidano. Riaperto invece stamattina l’aeroporto di Olbia Costa Smeralda. E il bilancio è pesantissimo anche dal punto di vista agricolo: animali portati via dai torrenti in piena, campi allagati, ovili distrutti, fabbricati inagibili e aziende isolate a causa della scomparsa delle strade rurali. “La situazione - sottolinea la Coldiretti - è drammatica nelle campagne con mucche e pecore disperse, coltivazioni distrutte, strade e ponti danneggiati che impediscono di raggiungere tutte le aziende agricole. I trattori della Coldiretti sono già al lavoro per aiutare sia la popolazione che le imprese agricole in difficoltà e gli agriturismi di Terranostra hanno dato la disponibilità ad accogliere gli sfollati. Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Servono le opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque in una situazione in cui nell’82% dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni. La dimensione del rischio è ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 chilometri quadrati pari al 9,8% del territorio nazionale con il risultato che in Italia quindi, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento”.

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