02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

GLI ISCRITTI AGLI ISTITUTI DI ENOGASTRONOMIA ED OSPITALITÀ ALBERGHIERA SONO SEMPRE DI PIÙ, MA TRA I GIOVANI, SECONDO LE AZIENDE, MANCANO I DIPLOMATI NEL SETTORE AGRARIO ALIMENTARE, DOVE IL 32,5% DELLE RICHIESTE NON HA RISPOSTA

In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, l’agroalimentare continua a confermare la sua dinamicità, specie sul versante dell’occupazione: le imprese, infatti, hanno enormi difficoltà a reperire diplomati nel settore agrario - alimentare, dove addirittura il 32,5% delle richieste non trova una risposta adeguata. A lanciare l’allarme, e segnalare le tante possibilità da sfruttare per i giovani in cerca di lavoro, è la Coldiretti, sulla base dei dati Excelsior di Uniocamere, che conferma la dinamicità dell’agroalimentare.

La tendenza in atto è confermata dal fatto che quest’anno - sottolinea la Coldiretti - gli iscritti al primo anno delle scuole secondarie che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, sono stati 46.636, mentre sono salite a 13.378 quelle agli Istituti professionali e tecnici di agraria. Quasi uno studente neoiscritto alle scuole superiori su 10 ha scelto gli Istituti professionali dedicati all’enogastronomia e all’attività alberghiera per i quali negli ultimi anni - continua la Coldiretti - si è registrata una escalation senza freni tanto che oggi rappresentano oltre il 9% dei totale dei 515.807 giovani iscritti al primo anno delle scuole secondarie.

Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%). Ed anche che il 50% degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11% ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. I giovani - conclude la Coldiretti - hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l’Italia che per crescere deve tornare a fare l’Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli