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GLI AMERICANI BRINDANO ALL’OTTANTESIMO ANNIVERSARIO DALLA FINE DEL PROIBIZIONISMO E UNA MOSTRA ITINERANTE, INTITOLATA “SPIRITI AMERICANI: NASCITA E CROLLO DEL PROIBIZIONISMO”, CELEBRA IL RITORNO ALL’ALCOL LIBERO

Si festeggia in questi giorni a suon di brindisi in America l’ottantesimo anniversario della fine del Proibizionismo: dichiarato fuorilegge dal ventunesimo emendamento costituzionale passato nel 1933, il proibizionismo aveva impresso il suo segno su un’intera epoca: vietando dal 1919 - per la gioia dei puritani e della mafia - la produzione, la vendita e il trasporto di alcol in tutto il territorio dell’Unione.

Un bando durato 14 anni che aveva fatto di cittadini generalmente osservanti delle leggi altrettanti “criminali”. E dei boss mafiosi delle autentiche celebrità, durante i ruggenti anni Venti: quelli delle sanguinose lotte intestine tra le gang della criminalità organizzata che si contendevano il controllo non più solo dei traffici di droga e di prostituzione, ma anche di whisky, gin, vodka e così via.

Per celebrare la fine di un’era, in cui si calcola che più di 10.000 americani siano di fatto morti per aver ingerito alcol di cattiva qualità spacciato per aggirare i divieti, se non addirittura quello avvelenato dalle autorità stesse, il National Constitution center ha creato una grande mostra itinerante dal titolo “Spiriti americani: nascita e crollo del proibizionismo”.

La rassegna include più di 100 oggetti d’epoca: dagli abiti delle donne “liberate” in lotta per il suffragio universale, ai poster della campagna di propaganda per la sobrietà, ai bastoni per uomini con nascondigli per il whisky, alle Buick del 1929. Un video-game mette poi i giocatore nei panni di un agente alla caccia di un trafficante di alcol. Ci sono poi le copie originali dei due emendamenti alla Costituzione Usa che dapprima imposero la proibizione degli alcolici - nel 1919 - e poi la revocarono, nel 1933.

Un’abrogazione avvenuta dopo la Grande Depressione, quando l’America, assetata di denaro per rimettere in piedi una nazione in ginocchio, decisero che dalla vendita di alcol lo Stato avrebbe potuto ricavare preziosi introiti fiscali. Ecco allora che il Congresso, nel 1933, passò il famoso emendamento n. 21 che ripristinò la legalità della manifattura e vendita di alcol negli Usa e venne ratificato nel corso dell’anno dai diversi Stati dell’Unione.

La mostra ripercorre il rapporto secolare dei cittadini della Nuova Terra con l’alcol: dall’arrivo nel 1630 della nave Arbella a Bay Colony in Massachusetts, che oltre a trasportare 700 coloni, aveva a bordo più di 10.000 galloni di vino, ai saloon che tra il 1870 ed il 1900 raggiunsero la cifra di 300.000 galloni smerciati, contribuendo alla diffusione della piaga - mai più risolta - dell’alcolismo.

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