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LA BIRRA? DÀ LAVORO E MOBILITA L’ECONOMIA: 2 MILIONI GLI OCCUPATI IN UE, IL 7% IN ITALIA A +17,5% NEL 2010-2012. ED È ANCHE UN’OTTIMA CONTRIBUENTE DEL FISCO (DA CUI PERÒ È MOLTO COLPITA): 53 MILIARDI DI EURO DI ENTRATE NEL 2012 IN UE, 4,16 IN ITALIA

Non Solo Vino
L’economia della birra in Italia

La birra? Dà lavoro, soprattutto ai più giovani, e mobilita l’economia italiana ed europea. E’ un importante creatore di posti di lavoro con 2 milioni di occupati nell’Unione Europea di cui il 7% (136.100 lavoratori) sono in Italia, dove dal 2010 al 2012 la crescita in termine di occupazione è stata del +17,5%. Il settore contribuisce anche alla ricchezza del sistema Europa con 53 miliardi di entrate fiscali nel 2012. In Italia il comparto è un contribuente sempre più sollecitato: complessivamente di 4,16 miliardi di euro, in crescita del +4,8%, considerando che nel 2010 il prelievo è stato di 3,97 miliardi. E’ la fotografia emersa a Bruxelles dalla riunione dei rappresentanti dei 4.500 produttori di birra europei. Un settore che nonostante la crisi sta avendo un ruolo importante nella lotta contro la disoccupazione giovanile e che chiede ora all’Ue di intervenire però per mettere un freno “alle continue recrudescenze fiscali”.
“Stiamo creando posti di lavoro - ha detto all’Ansa Filippo Terzaghi, direttore di Assobirra - ma in Italia subiamo storture causa una tassazione sulla birra che è ormai quattro volte il livello minimo europeo. Se prima eravamo poco oltre ai livelli della Spagna e della Germania, oggi siamo arrivati a quelli della Danimarca. Eppure il settore - precisa Terzaghi - in Italia sta riuscendo a salvare l’occupazione con un saldo positivo nell’ultimi biennio di 1.400 posti di lavoro creati direttamente nell’ambito della produzione: le piccole e medie aziende infatti non hanno licenziato e quelle a livello artigianale hanno assunto. Più della metà delle 500 piccole aziende esistenti sono nate in Italia negli ultimi 7 anni” e spesso sono situate in Regioni - è il caso della Puglia - con un’alta percentuale di disoccupazione. I produttori di birra europei chiedono quindi alle Istituzioni Ue di correggere alcune storture. A livello del mercato interno auspicano che la birra possa beneficiare di una tassazione più bassa, come esiste per il vino. A livello internazionale chiedono, ad esempio, “di correggere condizioni di non totale equità nel rapporto commercial tra Ue e Usa”.
In Europa, l’Italia ha il più basso consumo procapite di birra insieme alla Francia, circa 30 litri rispetto ad una media europea di circa 65-70litri. Nonostante la crisi gli italiani hanno ridotto di appena il 3% i consumi ma la birra la bevono in casa e meno con gli amici in pizzeria.

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