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IL CONSORZIO COME “AGENZIA DI SVILUPPO” DEL TERRITORIO, CON LE CANTINE AL CENTRO, UN NUOVO “CODICE ETICO”, FORMAZIONE PER I GIOVANI E NON SOLO: GLI OBIETTIVI DI FABRIZIO BINDOCCI, CONFERMATO PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL BRUNELLO DI MONTALCINO

Il Consorzio come e “agenzia di sviluppo” del territorio, con le cantine al centro, un nuovo “Codice etico”, formazione per i giovani produttori e non solo: ecco gli obiettivi di Fabrizio Bindocci, confermato oggi come presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino (www.consorziobrunellodimontalcino.it), per i prossimi tre anni, dal Cda del Consorzio (come anticipato a fine maggio da WineNews). “Desidero ringraziarvi per la fiducia - ha detto Bindocci - mi impegnerò a sviluppare i progetti già in cantiere e a perseguire l’unità del Consorzio che lavorerà per soddisfare al meglio le esigenze dei produttori. È un mandato, questo - prosegue Bindocci - che trova linfa vitale nella consapevolezza dell’unione tra produttori, Consorzio e territorio. sarà un mandato che trova nell’unione indissolubile tra produttori, Consorzio e territorio, la linfa vitale. La dicotomia dimensionale, secondo cui gli interessi dei grandi produttori e di quelli più piccoli restano irrimediabilmente distanti, a Montalcino non vale. Anzi la complementarietà tra i grandi produttori, che rappresentano alcuni dei player più importanti del sistema vitivinicolo nazionale, e i piccoli vignaioli, custodi della tradizione e dell’alto artigianato enologico ha fatto grande il Brunello. Grazie a ciò - prosegue Bindocci - il Consorzio potrà sempre più svolgere oltre al ruolo di “gestore della denominazione” quello di vera e propria “agenzia di sviluppo territoriale e di “catalizzatore di energie” produttive e promozionali. Il Consorzio del Brunello è chiamato a diventare un tavolo di sintesi, dove il valore del marchio del territorio è più facilmente comunicabile, per rispondere alle esigenze delle piccole e grandi aziende, ma anche alle sollecitazioni che vengono dal mondo della politica e delle istituzioni. In una parola la nuova frontiera finisce per chiamarsi necessariamente “promozione del territorio. Il Consorzio del Brunello di Montalcino quindi attuerà anche una serie di eventi e manifestazioni “destagionalizzate” per animare il territorio anche nei periodi dell’anno meno frequentati da turisti e/o appassionati”.
“Montalcino è un territorio unico - ha aggiunto Bindocci - un punto di riferimento per molti: questa unicità va valorizzata su tutti i fronti ed è per questo che la sinergia tra il Consorzio e l’Amministrazione è così importante. Il “Progetto Sant’Agostino”, che vede il riappropriarsi dell’antico complesso da parte della collettività, ne è un esempio. Il Consorzio potrebbe trovarvi una sede definitiva per i suoi uffici, uno spazio per una moderna sala di degustazione ed un luogo unico che assicuri a “Benvenuto Brunello” una logistica adeguata ed una cornice di assoluta bellezza; dall’altra parte l’Amministrazione potrebbe costituirvi un centro permanente di documentazione, di educazione al gusto, di testimonianza museale e di esperienza sensoriale con percorsi di formazione ed attività collaterali come bar, laboratori e botteghe, capaci di destagionalizzare l’offerta turistica e di creare un circolo virtuoso del “made in Montalcino”. Un altro aspetto importante per Bindocci è quello della formazione per i giovani produttori “cui saranno dedicati dei corsi per migliorare le loro capacità ed aumentare la loro preparazione, in un mondo, quello del vino, sempre più proiettato all’internazionalizzazione e alla competizione. C’è poi la novità rappresentata dal codice etico dell’associato al Consorzio Una sorta di forma di autocertificazione con la quale chi vorrà aderire volontariamente a questo progetto, si impegnerà a perseguire la massima correttezza nei rapporti con gli altri consorziati, al di là, evidentemente, dal restare competitor sul mercato”.
“Da ultimo - conclude Fabrizio Bindocci - ma non per importanza, credo che il Consorzio debba lavorare con rinnovato impegno per avviare un progetto per la diversificazione delle zone, che non significa stabilire una gerarchia qualitativa dei Brunello più buoni o meno, ma una sorta di carta di orientamento, per clienti e/o appassionati, che, peraltro, il mercato già chiede e, in qualche misura, sta già costituendo. La fisionomia del territorio di produzione del Brunello non è unica, monolitica e tutta uguale”. Ad affiancare Bindocci anche i 3 nuovi vicepresidenti del Consorzio: Patrizio Cencioni, Bernardo Losappio e Francesco Ripaccioli.

Focus - I numeri del territorio di Montalcino
Nel 2012 a Montalcino sono state prodotte 9.200.000 bottiglie di Brunello e 4.500.000 di Rosso di Montalcino, 40.000 bottiglie di Moscadello e 360.000 bottiglie di Sant’Antimo con una quota di export complessivo del 65%.

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