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VENDEMMIA 2013 - PER IL BRUNELLO DI MONTALCINO ASSOENOLOGI RILEVA VALORI INTERESSANTI, BUONA COMPLESSITÀ AROMATICA E BUONA STRUTTURA ACIDA. L’ANALISI DI WINENEWS: “UNA VENDEMMIA VINTAGE”. LO CONFERMANO I PRODUTTORI A MONTALCINONEWS.COM

I dati definitivi di Assoenologi, l’associazione enologi ed enotecnici italiani, ormai a bocce ferme, visto che la vendemmia 2013 è ormai conclusa dappertutto, ci raccontano di una produzione complessiva in Italia tra i 47 e i 48 milioni di ettolitri di vino, che significa, in termini percentuali, un +15% sulla raccolta 2012, una delle più scarse degli ultimi anni, e con il Belpaese che, se le previsioni saranno rispettate, dovrebbe ritornare il primo Paese produttore al mondo. Qualità interessante, dice l’associazione, ottima per i vini bianchi, mentre qualche punto interrogativo è d’obbligo per i rossi raccolti ad inizio ottobre, quando le piogge non sono davvero mancate, con una situazione più variegata nelle grandi denominazioni rossiste fotografata nelle prime analisi di cantina: in Toscana, per il Brunello di Montalcino i primi riscontri analitici rilevano valori interessanti che trovano conferma nelle prime analisi sensoriali, con una buona complessità aromatica e buona struttura acida.
In generale in Toscana, rileva Assoenologi, dopo un inizio bizzarro del ciclo vegetativo della vite, in tutta la regione, da metà luglio le temperature sono aumentate. L’invaiatura è iniziata con 10/15 giorni di ritardo rispetto alle ultime campagne e al 20 di agosto, in alcune zone, non era ancora completata. In settembre si è registrato un innalzamento delle temperature, che hanno permesso di ottenere una buona maturazione e preservare lo stato sanitario delle uve. Durante il mese di ottobre si sono verificate diverse precipitazioni che, in molti casi, hanno determinato una diluizione della quantità e della qualità per le uve ancora da vendemmiare. La produzione non risulta omogenea, con difformità anche all’interno delle singole aziende. La raccolta delle uve a bacca rossa nelle zone di Bolgheri e del Morellino di Scansano e quelle a bacca bianca per la Vernaccia di San Gimignano è iniziata a metà di settembre. La vendemmia è proseguita con le uve base Chianti, Chianti Classico e con quelle destinate alla produzione del Carmignano, del Vino Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino ed è terminata verso la metà di ottobre con i grappoli di Cabernet e Petit Verdot. Buona la resa uva/vino per tutte le varietà. Le fermentazioni hanno avuto un decorso regolare. Quantitativamente, rispetto alla vendemmia 2012 è stato registrato un aumento di circa il 5%, valore che poteva essere superiore se non fossero intervenuti, in alcune zone, nefaste grandinate. Tutto ciò fa prevedere una produzione complessiva di vino intorno ai 2.200.000 ettolitri. Complessivamente, da un punto di vista qualitativo, il 2013 si prospetta una buona annata, con alcune punte di ottimo. Il mercato all’ingrosso fa registrare un aumento del 15-20% rispetto alle quotazioni spuntate nello stesso periodo dello scorso anno.
E’ una vendemmia, la 2013, che, secondo un’analisi di WineNews, in linea con l’andamento generale registrato a metà ottobre, resta in stile “vintage” anche per i grandi rossi del Bel Paese, riportando le loro zone di produzione ad operazioni di raccolta ormai quasi dimenticate almeno da una quindicina di anni a questa parte. Giudizio qualitativo ancora incerto, specie trattandosi di una vendemmia decisamente in ritardo rispetto almeno agli ultimi cinque anni (in alcuni casi, addirittura, non ultimata), e quindi ancora difficile stabilire un giudizio definitivo anche se l’ottimismo non sembra mancare. Un’annata buona, non certo da cinque stelle, ma in grado di portare alcune sorprese e, in linea generale, vini più vicini alle ultime richieste dei consumatori, sempre più in cerca di prodotti dal tenore alcolico limitato e dalla bevibilità più immediata. Ma nel caso dei grandi rossi, ci sarà anche una tenuta nel tempo importante, garantita dagli alti valori acidici e dalla maturazione fenolica comunque arrivata in equilibrio. “È stata una vendemmia un po’ complicata - afferma Jacopo Biondi Santi dalla Tenuta Greppo a Montalcino - perché ritardata, ma alla fine per noi è stata una gran bella raccolta. Potrebbero uscire grandi vini da Riserva, come nel 1964 o nel 1988, destinati a durare molto a lungo. Una vendemmia che si è svolta ad ottobre, come ai vecchi tempi, e da cui - conclude Biondi Santi - mi aspetto un affinamento decisamente interessante”.

Focus - La 2013, è una vendemmia “vintage”: lo confermano i produttori a www.montalcinonews.com ...
Ottima qualità, quantità in aumento, stile “vintage”. Ecco le parole chiave della vendemmia del Brunello di Montalcino che, secondo tutti i produttori intervistati dalla Montalcinonews, ricorda da vicino le raccolte dell’uva che questo territorio ha vissuto tra la metà degli anni Ottanta e gli inizi dei Novanta. “Stile Novecento” secondo Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello, e, per molti produttori una sfida “ai rischi metrologici per raggiungere risultati qualitativamente alti”. E, infatti, a Montalcino le vendemmie sono andate ben oltre il 15 di ottobre in una situazione non semplice e con le piogge in mezzo, in cui sono emerse le capacità e le competenze dei produttori. Ma secondo Andrea Lonardi enologo della tenuta Val di Suga, Gruppo Angelini, “la dead line per la vendemmia è stata la metà di ottobre. Il 2013 è stato un anno a due tempi: tutto ciò che è stato raccolto prima del 15 ottobre, ovvero prima della seconda pioggia, è di altissima qualità e grande equilibrio capace di dare freschezza interessante e armonia, mentre dopo la seconda ondata di maltempo c’è stato un cambiamento qualitativo importante”. Per Giuliano Dragoni agronomo di Col d’Orcia “la venemmia 2013 è stata a macchia di leopardo: quantità ridotta con punte del 20% e realtà di qualità elevata”. Altri produttori hanno segnato l’aumento della quantità prodotta del 10%, è il caso di Giacomo Bartolommei, cantina Caprili, che della vendemmia dice: “buon livello qualitativo, l’unica nota stonata, in alcuni casi, aver aspettato troppo per il maltempo”. Alessandro Brigidi per Casanova delle Cerbaie spiega che “l’andamento climatico, dopo anni di vendemmie anticipate dovute ad un clima caldo e asciutto, anomalo per il nostro territorio, è stato esattamente quello che doveva essere. Siamo tornati ai tempi e alle maturazioni canoniche degli anni Ottanta e Novanta. Per quanto riguarda la produzione, abbiamo avuto sia la qualità che la quantità e, grazie ai recinti installati nel corso dell’anno, siamo riusciti a salvare molti grappoli da cinghiali e caprioli”. Per Francesco Buffi, cantina Baricci, la vendemmia ha richiesto “nervi saldi: il dilemma era vendemmiare uva non pronta o aspettare. Noi abbiamo aspettato e l’uva è arrivata in cantina al giusto punto di maturazione”. Meno amletico ma più misterioso Andrea Machetti di Mastrojanni che parla di “una vendemmia difficile, con buone uve arrivate in cantina che saranno da scoprire tra 5 anni”. Parla di quantità ridotta “in linea con il 2012” e di “espressioni diverse dovute alle condizioni metereologiche e alla maturazione delle uve” Giacomo Neri, Casanova di Neri, e per Paolo Bianchini, proprietario con la sorella Lucia di Ciacci Piccolomini, “una buona annata nel complesso con un aumento della quantità del 3%”. “Una vendemmia che non vedevamo da tempo, tipica degli anni ’80 e ’90 con uve che presentano un ottimo equilibrio tra alcol e acidità, raccolte tardivamente a partire da fine settembre- commenta Francesco Ripaccioli, Canalicchio di Sopra - queste caratteristiche fanno presagire vini con grandissime potenzialità di invecchiamento che prediligono un’estrema eleganza e finezza”. Ma non solo questo, per Ripaccioli c’è stata anche “una costante maturazione professionale dei produttori di Montalcino, persone che in modo lucido sanno aspettare il momento giusto per la vendemmia, sfidando rischi metereologici come solo chi vuole sempre raggiungere risultati qualitativamente alti può fare; quest’anno abbiamo assistito a raccolte fino al 15 ottobre in una situazione non semplice con le piogge in mezzo, ma anche qui abbiamo visto la capacità preparatoria dei produttori: giusti diradamenti fatti nei mesi precedenti hanno fatto sì che le uve reggessero perfettamente dal punto di vista sanitario, anche a condizioni che potevano sembrare pericolose”. Per Jacopo Biondi Santi, Tenuta Greppo Biondi Santi, “un ritorno ai vecchi modelli, alla tradizione. Le piogge non hanno danneggiato l’uva e le analisi di cantina dimostrano che questa potrebbe essere una vendemmia a 5 stelle plus”. Per Tommaso Cortonesi, La Mannella, “nonostante il maltempo è stata una buona annata. Non solo le piogge di fine estate ma anche la primavera, non hanno facilitato il lavoro, a giugno abbiamo toccato anche i 4 gradi, ma abbiamo continuato a prepararci e ad aspettare e ne è valsa la pena: buona la maturazione delle uve sia sotto il profilo tecnologico sia sotto quello fenolico”. Anche per Andrea Costanti, cantina Costanti, la vendemmia è andata “molto bene dal punto di vista qualitativo e meno da quello quantitativo con raccolto in linea con il 2012 ovvero in calo, sulla media del 35%. A causa del maltempo ho vendemmiato in due tempi: il mese di settembre è stato uno dei più belli degli ultimi anni e le piogge, senza incidere sulla qualità, hanno disturbato la raccolta dal punto di vista logistico ma senza danneggiare le uve”.

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