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“CAMBIA LA SPESA DEGLI ITALIANI: IL 65% CONTROLLA I PREZZI, IL 53% VA ALLA RICERCA DI SCONTI, IL 32% PUNTA SU MARCHI SCONOSCIUTI. COLPA DI TASSE, MUTUI E BOLLETTE CHE HANNO MANGIATO IL 60% DEL REDDITO MENSILE”. COSÌ LA CIA COMMENTA I DATI ISTAT

“Cambia la spesa alimentare degli italiani: il 65% delle famiglie fa attenzione ai prezzi, il 53% gira più negozi alla ricerca di sconti, il 32% sceglie più marchi sconosciuti e meno “brand”, il 42% privilegia i “formati convenienza” e il 24% ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi. Colpa di tasse, mutui e bollette che hanno “mangiato” il 60% del reddito mensile”. Così la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori commenta i dati diffusi dall’Istat nell’ultimo anno.

“La frenata dell’inflazione nel 2013, che si attesta all’1,2% ai livelli più bassi dal 2009 - continua la Cia - è direttamente collegata al crollo dei consumi delle famiglie. Nell’ultimo anno gli italiani hanno speso in media il 60% del loro reddito mensile soltanto per affrontare le spese obbligate: tasse, utenze domestiche e mutuo per la casa, con il conseguente taglio su tutto il resto. Solo per il cibo c’è stata una riduzione della spesa del 4%, 2,5 miliardi di euro in meno per alimentari e bevande”.

“In particolare, le famiglie oggi comprano meno pesce (-3,4%) e ancor meno carne rossa (-3,9%), così come meno latte (-2,7%) e ortofrutta (-2%) - spiega la Cia - inoltre si rinuncia drasticamente all’uso dell’olio extravergine d’oliva (-8,8%) e inizia a perdere terreno anche la pasta (-1,2%), mentre resiste l’altro alimento “povero” per eccellenza, le uova (+1,8%)”.

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