Cresce del 7,5% l’export dei formaggi italiani nei primi 10 mesi del 2013 per un totale di 271.000 tonnellate, “ma le aziende casearie sono costrette a ridurre prezzi e quotazioni per reggere la concorrenza e conquistare i mercati”. A dirlo è Assolatte.
Per questo da gennaio ad ottobre il fatturato delle esportazioni casearie è cresciuto solo del 3,9%, arrivando a 1,72 miliardi di euro e in 1 anno il prezzo al chilo è calato del 3,8%, scendendo a 6,35 euro/kg. La crescita dell’export ha toccato tutti i continenti (ad eccezione dell’Africa) con punte di +8,2% nell’Ue, +8,5% in Asia e +25,5% in Centro e Sud America. Tra i fan storici si riconferma la Francia con oltre 58.000 tonnellate (+7%) consumate; bene la Germania con 36.000 tonnellate (+10,3%), il Belgio con 15.000 tonnellate (+19,3%) e il Regno Unito con 24.254 tonnellate (+8,8%).
Ad avere successo sono tutti i principali formaggi, dalla mozzarella e ricotta (+14,6% in volume), alla crescenza e robiola (+47%), dai formaggi molli (+18,2%), al provolone (+7%), Gorgonzola (+4,7%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+5,1%). Quanto alla mappa delle preferenze, secondo Assolatte gli europei preferiscono mozzarella, ricotta, crescenza e mascarpone, i nord-americani il pecorino, mentre in Asia e Oceania vanno per lo più Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
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