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2013 DA RECORD ANCHE IN SPAGNA E CALIFORNIA: LE VENDITE DELLA RIOJA, LA DENOMINAZIONE PIÙ RAPPRESENTATIVA DEL PAESE IBERICO, HANNO TOCCATO I 277 MILIONI DI LITRI, E DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO LA RACCOLTA HA RAGGIUNTO I 4,23 MILIONI DI TONNELLATE

Tempo di record per il mondo del vino, non solo in Italia, dove l’export nel 2013 ha raggiunto il valore, esorbitante, di 5 miliardi di euro, che fa del nettare di Bacco il vero alfiere del made in Italy agroalimentare nel mondo, ma anche in Spagna e California, seppure per motivi diversi. Nella Rioja, la denominazione più rappresentativa, sia in termini qualitativi che quantitativi, del Paese iberico, le vendite nel corso del 2013 hanno superato i livelli raggiunti prima della crisi, a quota 277 milioni di litri, in crescita del 3,98% sul 2012. Tra le diverse tipologie, è al top c’è come sempre la Crianza, con 101,5 milioni di litri venduti, il 5,19% in più del 2012, soprattutto grazie alla ripresa del mercato interno, seguita dalla Reserva, con 44 milioni di litri, ed una certa predisposizione per l’estero, dove cresce del 7,84%, a quota 28 milioni di litri. L’exploit, però, è dei Grandes Reservas, le cui vendite sono cresciute del 17%, in patria come all’estero, toccando i 5,87 milioni di litri. Ampliando lo sguardo, è interessante notare come, a differenza delle più importanti denominazioni del Belpaese, per la Rioja il mercato di riferimento è ancora quello interno, che rappresenta il 63,1% degli acquisti complessivi. Il resto, principalmente in quattro mercati chiave, capaci di assorbire il 70% delle esportazioni: Germania, Gran Bretagna, Usa e Svizzera.
In California, invece, il boom è quello della raccolta: nonostante, la siccità che ha colpito anche gli Usa, la vendemmia 2013 dello stato Usa si attesta sui 4,23 milioni di tonnellate, in crescita del 5% sul 2012, come riportano i dati del “Wine Business Monthly” (www.winebusiness.com): un dato che, secondo i viticoltori californiani, non intacca comunque il livello qualitativo medio, neanche in Napa Valley, dove anzi le riserve acquifere sotterranee hanno permesso una maturazione ottimale e senza grandi problemi delle uve.

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