La visciola, vino rosso di ciliege, amato dal Duca Federico da Montefeltro, rinasce sull’Appennino umbro marchigiano. Un’antica ricetta a base di un insolito frutto, la visciola, varietà di ciliego acido unito alla Vernaccia Rossa o al Montepulciano. Le ciliege, una volta zuccherate, venivano aggiunte in fase di fermentazione al vino con l’intento di ammorbidire il gusto di uve che non sempre riuscivano a raggiungere la piena maturazione. L’odierna versione di questo liquore che dà vita al “Sollucchero di Monte Valentino”, classificato tale anche se ha una gradazione di appena 15 gradi, composto da vino rosso di Orvieto (uve Sangiovese, Montepulciano, Ciliegiolo, Canaiolo) e visciole biologiche macerate, trattate poi con accuratezza secondo segrete pratiche di cantina, nasce dall’originale ricetta di Giuseppe Polchi, bisnonno di Nicola Polchi, produttore vitivinicolo insiemem a Fabrizia, nel Comune di Pietralunga (Perugia, www.sollucchero.it). Affinato in bottiglia o in barrique nel caso della Riserva, il Sollucchero alla vista è di un color rubino molto scuro e al naso offre sentori non solo di visciola, ma anche di ciliegia, amarena, mandorla e viola e nella Riserva di tabacco e spezie.
Quella dei Polchi è una scommessa sulla qualità e sull’autenticità iniziata nel 1996, impiantando su un terreno montuoso abbandonato da oltre 40 anni, ben 500 alberi di visciolo, una varietà di ciliegio acido (prunus cerasus) che può crescere anche in forma selvatica. Un frutto insolito, non facile oggi da trovare e da coltivare, che ha ispirato ricette tipiche dell’Appennino umbro marchigiano ed in particolare della zona di Pesaro - Urbino, come quella del Visner, tradizionale liquore a base di vino rosso e visciole, la cui ricetta ha origini antichissime. Per affermare lunicità della ricetta della famiglia Polchi, ma anche per differenziarlo dalla versione pietralunghese del Visner, il liquore è stato denominato “Sollucchero di Monte Valentino”, che rimanda al compiacimento per qualcosa che lusinga la propria vanità.
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