Una produzione di 90 milioni di litri l’anno, che per il 92% finisce all’estero (di cui il 40% negli Stati Uniti), arrivando in 120 Paesi nel mondo. Sono i numeri del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, uno dei principali prodotti agroalimentari italiani per esportazione. Il fatturato alla produzione supera i 400 milioni di euro, e quello al consumo i 600: “cifre - spiega il presidente del Consorzio, Stefano Berni - che collocano l’Aceto Balsamico di Modena Igp nella “top ten” del paniere delle specialità alimentari Dop e Igp italiane. Un successo, soprattutto a livello internazionale, che ha contribuito al sorgere e al rafforzarsi del fenomeno della contraffazione con prodotti che imitano o evocano il prodotto Igp, producendo un danno per i produttori e confusione tra i consumatori. Ma più che la contraffazione in quanto tale, a inficiare sull’economia del prodotto è la crescita esponenziale di quella che io chiamo “scimmiottatura”: cioè quando il consumatore ritiene di consumare Aceto Balsamico Igp e invece acquista dei succedanei di qualità molto inferiore”.
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