I produttori europei di birra hanno un nuovo amico, il cancelliere tedesco Angela Merkel, che sostiene apertamente, a pochi giorni dalle elezioni europee, “la richiesta di porre fine alla discriminazione che subiscono i piccoli birrifici europei quanto esportano verso gli Usa”. Un problema che rientra nel panorama dei negoziati commerciali di libero scambio (il cosiddetto Ttip) tra le due sponde dell’Atlantico, il cui quinto round si é aperto ieri a Arlington, in Virginia.
Pierre-Olivier Bergeron, segretario generale di “The brewers of Europe” (www.brewersofeurope.org), spiega che “come i piccoli produttori Usa possono ricevere sconti significativi quando esportano verso l’Unione, noi chiediamo che anche i piccoli produttori europei, che esportano ogni anno 8 milioni di ettolitri di birra negli Stati Uniti, possano beneficiare dello stesso sconto al pari dei produttori nazionali”.
Un accordo in questo senso, precisa Bergeron, “eliminerebbe un notevole onere per le piccole birrifici europei (secondo gli standard Usa con una produzione annua fino a 2 milioni di barili) che rappresentano la stragrande maggioranza dei 5.000 produttori nell’Ue”. Il comparto, ormai, è capace di mobilitare l’economia italiana ed europea, essendo anche un importante creatore di posti di lavoro con due milioni di occupati nell’Unione, di cui il 7% proprio in Italia.
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