Consumatori più tutelati, perchè potranno sapere da dove arriva il miele, e produttori Ue più garantiti dalla concorrenza di chi importa “il cibo degli dei” a basso prezzo dai Paesi Terzi: il Consiglio Ue ha approvato e pubblicato la nuova direttiva europea che prevede l’indicazione sull’etichetta “del Paese o dei Paesi d’origine in cui il miele é stato raccolto”. Finisce così quella che, nei fatti, era un vero e proprio “stato di anarchia” sul tema. Quanto all’eventuale presenza di polline Ogm nel miele, inoltre, l’informazione dovrà essere riportata sull’etichetta del prodotto solo se la presenza é superiore allo 0,9%, come per tutti gli altri alimenti.
Nella nuova normativa inoltre, il polline viene considerato un elemento naturale del miele e non un ingrediente. Ciò non toglie che al miele si applicano le norme Ue sugli Ogm, e non potranno entrare sul mercato comunitario prodotti che contengono pollini Ogm non autorizzati nell’Unione. Paesi esportatori di miele come l’Argentina hanno già cominciato a tener conto di questo aspetto, prevedendo per la produzione di miele aree lontano dai campi coltivati a Ogm. La questione é rilevante, in quanto l’Ue importa ogni anno circa 140.000 tonnellate di miele dai Paesi terzi. ossia il 40% del consumo totale. L’Italia da sola conta 1,1 milioni di alveari. In etichetta, poi quando il miele é originario di più Stati membri o Paesi terzi, il consumatore potrà leggere sull’imballaggio, a seconda dei casi, le seguenti definizioni: “miscela di mieli originari dell’Ue”; “miscela di mieli non originari dell’Ue”; “miscela di mieli originari e non originari dell’Ue”. L’etichetta sull’origine si applicherà dal 24 giugno 2015, per permettere ai commercianti di esaurire le scorte del prodotto che riporta le vecchie etichette.
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