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Il vino per ora è in salvo dal blocco delle importazioni da Usa e Ue in Russia, ma senza fasciarsi la testa, secondo fonti sentite da WineNews, è bene prepararsi a tutto. Come annunciato, tra gli altri, dall’Australian Grape & Wine Authority

Il blocco russo delle importazioni agroalimentari da Usa e Ue che tiene banco in questi giorni, nonostante le tensioni tra Russia e occidente siano scoppiate ormai da mesi, è arrivato su molti settori quasi come un fulmine a ciel sereno. Certo, un danno importante, soprattutto per l’Europa e per alcuni suoi Paesi, Francia e Italia in particolare (tanto che organizzazioni di categoria e sindacati hanno chiesto, in un caso, di prevedere un indennizzo agli agricoltori a carico dell’Ue, e nell’altro di far pesare sul tema il semestre di presidenza italiana dell’Unione). E se il vino e gli alcolici per ora sono salvi, l’attenzione su quello che potrebbe accadere, da un momento all’altro, è alta, e la diplomazia, per quello che può (visto che, chiaramente, il quadro in cui si innesta tutto questo è assai più grande di una semplice ritorsione economia in risposta a certe sanzioni dello stesso tipo), al lavoro. E, secondo fonti sentite da WineNews, anche se è inutile fasciarsi la testa e il vino continua ad essere spedito in Russia (a differenza di salumi, formaggi e ortofrutta, per esempio) conviene farsi trovare preparati in ogni caso. Anche perchè, si apprende, già nei mesi scorsi, quando la tensione su questo fronte non era così alta, già era circolata una lista di produtti a rischio embargo, tra cui i vini spumante.

Insomma, è bene stare pronti alla bisogna, e fare il possibile, per non farsi trovare impreparati.

Un po’ come stanno facendo gli australiani, per altro, ad ora non colpiti direttamente dall’embargo, con l’Australian Grape and Wine Authority, che ha invitato i produttori a prepararsi ad un eventuale stop alle esportazioni verso il Cremlino. Per quello che non sarebbe un grande danno, visto che la quota russa è marginale nel complesso dell’export austaliano. Ma comunque un segnale da tenere d’occhio. Qualcosa di più, se non prima, visto lo scenario in costante evoluzione, probabilmente si saprà intorno al 20 agosto, quando è fissata una riunione per decidere se restringere l’import di nettare di Bacco dall’Unione Europea, in seguito a una richiesta da parte di produttori della Crimea, annessa di recente dalla Russia, e guidati da Ioannina Pavlenco, alla guida del Crimea Office of Vineyards ad Wine. Una richiesta dovuta anche al fatto che l’Ue, in giugno, ha vietato l’import di qualsiasi genere di merce dalla Crimea come sanzione contro il Cremlino. Un provvedimento, quello Russo contro il vino Ue, che colpirebbe soprattutto i primi tre Paesi produttori d’Europa e del Mondo, visto che la Francia pesa per quasi il 20% di tutte le importazioni russe, e l’Italia e la Spagna per il 15% a testa.

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